Da cosa si evince il valore di un Ministro della Cultura? Un indicatore importante, anche se non esaustivo, è quello della redditività della sua azione politica. Ad esempio, se si guarda allo scorso anno, il numero dei visitatori dei musei è aumentato considerevolmente, di pari passo con gli incassi. Ma non è l’unico profilo su cui soffermarsi. È sicuramente una nota di merito utilizzare efficacemente le disponibilità finanziarie del Pnrr e di altre fonti di finanziamento per promuovere centinaia di progetti in tutta Italia. È ciò che ha fatto e continua a fare l’attuale Responsabile del Dicastero, Gennaro Sangiuliano. E, volendo essere più precisi, bisognerebbe evidenziare anche la qualità di certe iniziative avviate, a cominciare dal recupero dell’Albergo dei Poveri, la più grande infrastruttura culturale d’Europa, voluta dai Borbone. Ma credo che, a rimarcare ancor di più la qualità di Sangiuliano, sia questa sua recentissima dichiarazione, in linea con il suo elevato profilo di politico: “Non ha senso pensare a un’egemonia culturale della destra da sostituire a quella di sinistra. Non ci sono casematte da assaltare. C’è da garantire una cultura aperta e plurale, dove chiunque parli liberamente, senza censura e pregiudizi. Tutti abbiano la libera possibilità di mostrare capacità e misurarsi, superando consorterie e ‘amichettismo’“. Una lezione culturale e politica, che sarebbe bene fosse assimilata da chi invece concepisce, a destra come a sinistra, la politica come una eterna schermaglia, in cui non si possa mai convergere su alcune priorità comuni.