Il Governo rilancia l’ipotesi nucleare. Nel Pniec, il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima che il Ministero dell’Ambiente e quello dell’Infrastrutture hanno inviato a Bruxelles, l’opzione nucleare torna a far parte delle scelte di politica energetica nazionali. Come ha specificato il Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, si comincerà dalla fissione per procedere poi con la fusione. L’obiettivo, per il 2050, è di giungere a coprire una percentuale del fabbisogno di energia elettrica che oscilli da un minimo di 11 a un massimo di 22 punti.  Appena si è saputo che il corposo documento di 491 pagine è stato posto all’attenzione dell’Unione Europea, si sono levate le prime critiche, da parte sia di ambientalisti che di esponenti dell’opposizione. Obiezioni che meritano rispetto, non fosse altro perché decenni fa fu un referendum a negare lo sviluppo del nucleare in Italia. Ma, da allora, ne è passata di acqua sotto i ponti. Il nucleare di ultima generazione è pulito, non genera problemi di sicurezza. La stessa questione dello smaltimento delle scorie è stata ridotta ai minimi termini. L’appello alla massima sicurezza che alcuni continuano, ciò malgrado, a lanciare contro qualsiasi progetto volto a riproporre questa tipologia di fonte energetica, non fa i conti con quello che accade da decenni, subito oltre confine. La Francia ha centrali attive di vecchia concezione, che peraltro non hanno mai creato problemi. Se tuttavia incidenti si fossero malauguratamente manifestati, a pagarne le conseguenze sarebbe stata di certo anche l’Italia. Basti ricordare alle misure di prevenzione e precauzionali che si fu costretti a adottare dopo la sciagura di Chernobyl, località molto più lontana dalla nostra frontiera rispetto ai siti francesi, per comprendere il rischio potenziale derivante dalla presenza delle centrali transalpine. Il pericolo fortunatamente è rimasto tale e sarebbe pressoché azzerato con gli impianti modernissimi da realizzare nella nostra Penisola. L’Italia, col nucleare, potrà ridurre notevolmente la sua dipendenza energetica, con grandi benefici per i conti pubblici. Le rinnovabili possono e debbono essere notevolmente implementate, a partire dal Mezzogiorno, ma non sono in grado di coprire tutta la domanda di energia.  Il ricorso al nucleare, tra l’altro, consentirà di accelerare il processo di decarbonizzazione necessario, in Italia come in tutto il mondo, per salvare il pianeta. Sono in molti anche, fra gli integralisti del Green, ad averlo capito.