E non mi direte che non vi avevamo avvertiti! L’Armata Brancaleone della sinistra nostrana non poteva perdersi l’occasione di “calare l’asso” della onnipresente e puntuale indagine di qualche Procura Italiana contro un esponente di spicco del Centro Destra. In piena campagna elettorale, con la precisione di un orologio svizzero di gran marca. Non fa niente se le investigazioni della Procura di Genova andavano avanti da oltre 3 anni e senza risultati apprezzabili. Questo era il momento giusto per far arrivare a conclusione questa indagine datata, culminata con gli arresti (sia pure ai domiciliari) del malcapitato Presidente della Regione Liguria, del suo Capo di Gabinetto e di una manciata di imprenditori liguri imbarcati in questa triste e quasi annunciata “avventura” giudiziaria. E c’é poco da stare allegri ascoltando le prime dichiarazioni a caldo dei politici dello schieramento “progressista” dichiaratisi autenticamente garantisti, rimandando agli ulteriori accertamenti giudiziari una valutazione più attenta sui fatti. Ma sapendo, costoro, in partenza, che ormai la “frittata” era stata fatta e che il “colpo giudiziario” assestato allo schieramento di Centro Destra fosse di quelli proibitivi e assai duri. Scagliato in pieno volto sul faccione rubicondo del buon Giovanni Toti e a tutta la coalizione di Centro Destra impegnata in una difficile e fondamentale campagna elettorale per le Europee. Ma tranquilli. C’é ancora la parte più intransigente dello schieramento di opposizione e specificatamente i “duri e puri” pentastellati, che già si affannano a chiedere le dimissioni di Toti e nuove elezioni in Liguria, ululando e sbavando come lupi famelici. Pronti a sferrare l’attacco, immaginando una improbabile e subitanea rivincita, magari tirando fuori dal cilindro e candidando in Liguria quel disastro assoluto di Toninelli!
Ma in serata, ai 5 Stelle si é immediatamente aggiunta la voce “autorevole” dell’ex Ministro della Giustizia Andrea Orlando del PD che ha chiesto immediatamente le dimissioni di Toti e nuove elezioni regionali in Liguria. Così come ha prontamente provveduto a dichiarare anche la Segretaria del PD, Elly Schlein, preoccupata di essere scavalcata a sinistra, nel PD dall’ex Guardasigilli, oltre al rivale pentastellato Conte.
Alla faccia del partito garantista che aveva gridato al “colpo di stato” solo qualche settimana fa per l’invio a Bari della Commissione di Accesso del Ministero degli Interni per la puntuale verifica delle circostanze oggetto di una indagine della Procura della Repubblica e della DIA Pugliese che aveva azzerato gran parte dei vertici baresi del PD, con centinaia di arresti eccellenti. Garantismo a senso unico quello dei “Democratici”. Partito che aveva anche subito l’abbandono dei 5 Stelle da qualsivoglia alleanza elettorale con il PD, dopo i fatti gravi di corruzione contestati dalla Magistratura agli uomini e donne del partito della Schlein.
Ma ormai questa brutta storia di corruzione in terra pugliese che ha lambito, oltre al Comune di Bari, anche la Giunta Regionale guidata dal Magistrato Michele Emiliano, coinvolgendo due autorevoli Assessori e non soltanto, della sua maggioranza per fatti di corruzione e voto di scambio, non la ricorda più nessuno. E questi arresti eccellenti di esponenti liguri di Centro-Destra serviranno proprio a far dimenticare gli scandali pugliesi del PD. Quasi come un grande lenzuolo bianco calato improvvisamente a mo’ di purificazione divina sulle teste degli amministratori pugliesi del PD.
Una purificazione che a onor del vero ha ben poco del divino. Ma molto della “protezione dall’alto” dei palazzi giudiziari che intervengono sempre e tempestivamente quando c’é da mettere qualche toppa alle difficoltà oggettive della sinistra……….
Finirà così questa campagna elettorale o dobbiamo aspettarci ancora altri colpi di scena?
Nel frattempo non possiamo che attendere l’esito di queste indagini, sperando che siano brevi e risolutive. Augurandoci, nel contempo, che si possa allontanare il benché minimo sospetto che il nostro Paese stia nuovamente piombando in quel triste e recente passato in cui a decidere le scelte politiche non fossero liberamente i cittadini italiani.