In Italia vi sono in vigore circa 160mila provvedimenti, ma di questi 89mila sono prodotti dalle Regioni e dagli enti locali, Il groviglio di norme in cui sguazza la burocrazia, insomma, ha più origine dal territorio che dallo Stato centrale. A segnalarlo è l’ufficio studi della Cgia di Mestre. Stando ai dati prodotti, il numero di leggi vigenti nel Bel Paese supererebbe di dieci volte quello presente in Francia, Germania e Regno Unito. Inevitabilmente l’intrico normativo genera rallentamenti e spesso opacità, proprio perché la quantità di provvedimenti che hanno oggetto una analoga tematica è tale da determinare molto spesso dubbi interpretativi. Sta di fatto che, sempre in base a stime dell’Ufficio studi Cgia, il danno economico annuo provocato dalla burocrazia per il solo effetto della ipertrofia normativa sarebbe pari a circa 103 miliardi. Se si pensa che, a fronte di questo scempio, alcune forze di governo a radicata base territoriale spingono per l’accelerazione di un disegno di legge sull’autonoma differenziata che rafforzerebbe ancor di più la potestà legislativa in alcune Regioni, c’è di che preoccuparsi. Meglio guardare ai numeri targati Mestre, e interrompere un percorso dannoso per il Paese.