Chi ricopre il ruolo di Ministro guarda naturalmente all’intero Paese. Il che non significa trascurare delle priorità d’intervento, se, effettivamente, il territorio di provenienza per alcuni aspetti ha potenzialità oppure accusa carenze di rilevanza nazionale. Napoli è la terza città d’Italia, la vecchia capitale del Regno delle Due Sicilie. Le sue grandi contraddizioni, l’elevato tasso di disoccupazione, ne fanno a tutti gli effetti una criticità da risolvere nell’interesse italiano, non solo locale.
Per Napoli, come per il Mezzogiorno, troppe volte si è avuta la sensazione che governanti di altre aree della Penisola non manifestassero la dovuta attenzione. Per qualche verso, accade anche al presente, quando ad esempio ci si ostina a portare avanti un progetto di autonomia differenziata che, per come è concepito, aggraverebbe le distanze Sud-Nord.
In questa occasione, desidero invece sottolineare la determinazione con cui due concittadini Ministri stanno gestendo il loro mandato avendo a cuore anche (ribadisco: anche!) le sorti del capoluogo partenopeo.
Ho già accennato in passato a Gennaro Sangiuliano, il Ministro della Cultura che, tra le diverse iniziative, sta creando le basi per un clamoroso rilancio (una vera e propria restituzione alla città e al Paese) di quella straordinaria struttura, per tanti decenni ‘dimenticata’, che è il cosiddetto Albergo dei poveri di piazza Carlo III. Onore al merito del Ministro, dunque.
Voglio peraltro rimarcare anche il grande impegno per ripristinare l’ordine pubblico nella città e in tutta l’area metropolitana del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. I blitz al Parco Verde di Caivano non sono operazioni sporadiche ma, come ha precisato, fanno parte di una strategia che prevede il rafforzamento di numero e il potenziamento degli strumenti a disposizione delle forze dell’ordine in tutto il territorio. Un’operazione condotta in raccordo col Sindaco Manfredi e che meriterebbe una maggiore considerazione anche dal Presidente della Regione De Luca. Per cominciare a cambiare certe situazioni di degrado ambientale c’è bisogno innanzitutto di coesione istituzionale. Fatto sta che, così come Gennaro Sangiuliano, anche Matteo Piantedosi è un napoletano doc.