La Gaiola è uno dei luoghi più stupefacenti di Napoli. Posta di fronte Posillipo adiacente al Parco del Virgiliano l’isola è formata da due isolotti collegati da un ponte facente parte del Parco sommerso di Gaiola. Un’area marina protetta che si estende fino a Baia Trentaremi e il borgo di Marechiaro dove si cela un’area archeologica sommersa, tra cui i resti della villa imperiale di Pausilypon, a causa del bradisismo. Di fronte una delle spiagge più belle di Napoli fatta interamente di rocce. Un paradiso però maledetto, la cui splendida villa ormai in rovina ubicata sull’isola è da secoli portatrice di morte e di sventura per chiunque l’abbia abitata. In origine sull’isolotto vi era un tempio dedicato a Venere Euplea, protettrice dei naviganti. Quando il luogo religioso venne trasformato in una villa per ricchi la dea infervorata lo maledisse per l’eternità. Secondo l’altra leggenda il sortilegio è iniziato con Publio Vedio Pollione, il quale costruì una scuola dove si insegnava l’arte della magia la cosiddetta Scuola di Virgilio. Un giorno erroneamente una pozione magica colpì il luogo gettandolo nel maleficio. Da allora chiunque abbia abitato l’isola è stato perseguitato dalla sfortuna. Alcuni sostengono invece che la jellatura sia iniziata quando la villa venne acquistata nel 1910 dal senatore Giuseppe Paratone che scoprì un affresco raffigurante una Gorgone mitologica. Un dipinto talmente inquietante che il senatore decise di murarlo. Scelta infausta visto che nell’antica Grecia tale raffigurazione era usata per difendersi dalle maledizioni. Da questo errore si crede abbia inizio la maledizione per alcuni. Nel 1820 l’archeologo Guglielmo Becchi comprò l’area all’asta incominciando i lavori di scavo e riportando alla luce edifici romani. Alla sua morte la figlia vendette la proprietà al Negri che nel 1874 edificò la triste villa sull’isola. La famiglia Negri ben presto vide la propria fiorente pescheria andare sul lastrico e vendette la proprietà al marchese del Tufo che per  fare alcuni lavori causò danni archeologici imponenti. Molte navi inoltre si schiantarono vicino l’isola nel corso degli anni. Nel 1926 una donna tedesca Elena Von Parish venne inghiottita dal mare mentre passeggiava sulla rudimentale teleferica che collegava la terraferma all’isola. Il cavo si spezzò e la donna cadde nell’acque maledette; I proprietari che ospitavano la donna, Otto Grumbach e Hans Praun, si suicidarono sconvolti dalla vicenda. Nel 1931 una barca di scugnizzi marinaretti del collegio Ascarelli-Tropeano fu travolta dalle onde e nel 1950 il nuovo proprietario Maurice Sandoz della nota casa farmaceutica impazzì convinto di essere finito in bancarotta venne rinchiuso in una clinica psichiatrica dove si suicidò. Nel 1960 la villa tornò a splender con il barone Paul Karl Langheim, ma organizzando feste lussuose finì presto sul lastrico. Fu allora che Gianni Agnelli comprò la Gaiola , ma la conseguente perdita di molti dei suoi familiari lo portò a cedere la villa al miliardario magnate del petrolio Paul Getty nel 1968. Ma nel 1973 la ‘ndrangheta gli rapì il figlio amputandogli un orecchio. Nel 1978 il nuovo e ultimo proprietario fu Gianpasquale Grappone, creatore del Loyd Centauro. Incarcerato per i debiti la moglie morì in un incidente stradale il giorno in cui la villa fu messa all’asta.  Da allora la villa della sciagura appartiene alla regione Campania e nessuno più ha messo in dubbio le forze oscure che avvolgono l’isola. Ancora oggi i pescatori parlano della presenza di una giovane donna senza volto ,vittima di un naufragio del 1911 o morta negli anni 20 in circostanze misteriose in seguito al tradimento dell’amato, che vaga tra le acque della Gaiola protettrice della villa maledetta.