CAIVANO (NA) – Una visita attesa, da molti acclamata, da altri ancora esorcizzata con messaggi e minacce, ma alla fine lo Stato è andato a Caivano, in quel Parco Verde ancora oggi considerato il Bronx. Ma quella definizione non è responsabilità piena della malavita, ma anche e soprattutto grazie alla politica e alle istituzioni assenti, lontane dai bisogni dei cittadini. In un territorio come l’hinterland napoletano le colpe non vanno attribuite agli stereotipi, ma a ciò che non si fa per combatterli. Non è semplice, nulla è semplice, peggio se si affronta il male per antonomasia la malavita, intesa non solo come criminalità organizzata o meno, ma anche soprattutto come stile di di vita come ‘usus’. La presenza oggi del premier Giorgia Meloni è un segno chiaro ed inconfondibile che lo Stato non solo esiste, ma è presente sui territori, ed ha tutta la buona intenzione di fare la differenza. La presidente del Consiglio, accompagnata dai ministri Piantedosi, Abodi e Valditara e dal sottosegretario Mantovano è un segno tangibile di questo cambiamento, partendo dalla vicinanza fisica alla gente comune, alle famiglie, a quelle che non riescono a mettere il piatto a tavola, alle tante criticità che inchiodano le nostre comunità all’ultimo posto in quanto a vivibilità e servizi. Questo è il compito dello Stato, lo impone la Costituzione che recita: ‘L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro…’ a qualcuno avrebbe fatto piacere sostituire il lavoro con l’assistenza generalizzata del reddito di cittadinanza; ma l’Italia non è questo.