Non siamo d’accordo con chi etichetta la manifestazione nazionale Coldiretti tenutasi a Napoli come una fiera di paese. Condividiamo quanto affermato dal Ministro Tajani: l’agroindustria è un settore trainante per il Made in Italy, e il fatto che la Campania stia aumentando sensibilmente la sua presenza produttiva, anche sul fronte delle esportazioni, giustifica ampiamente la celebrazione di un evento come il Villaggio Coldiretti nel capoluogo partenopeo. Niente snobismi, dunque. Non si possono certo trascurare i circa diecimila visitatori registrati dal villaggio nella sola giornata inaugurale. Ma ciò non significa passare sotto silenzio la raccomandazione del Direttore Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, Luigi La Rocca. Il Comune, per il futuro, deve individuare location più periferiche per ospitare kermesse del genere. Non si tratta neppure di combattere l’overtourism, non sono tre giorni di affollamento che possono produrre degrado in un’area storica e ricca di testimonianze artistiche e storiche come quella di piazza Municipio e dintorni. Il vero problema è il disagio arrecato alla circolazione dei cittadini, con lunghi rallentamenti del traffico a via Marina e momenti di paralisi, cui non ha potuto fare fronte, se non parzialmente, il servizio dei vigili urbani. Morale della favola: il villaggio Coldiretti a Napoli ci sta tutto e per la città è un vanto ospitarlo, ma per la prossima volta si valutino sedi meno impattanti per la qualità della vita quotidiana dei napoletani.