Milano e Torino occupano i primi due posti nella classifica delle province italiane per livello di rilevanza delle competenze digitali richieste ai lavoratori da parte delle imprese, stilata dal Centro Studi Tagliacarne. Ma basta scendere di un gradino e, al terzo posto, troviamo Palermo. Non solo. Nei primi dieci posti ci sono altre quattro province del Sud: Catania, Caserta, Caltanissetta e Cosenza. Undicesima è Reggio Calabria, tredicesima Napoli. Insomma, il Mezzogiorno sta cavalcando l’innovazione digitale, dimostra una forte propensione a impadronirsi del sapere e delle tecnologie d’avanguardia per recuperare terreno nei confronti del passato. A confermare il ribaltamento di scenario, sta il fatto che, tra le ultime dieci province, sette sono del Centro-Nord, con Savona, Grosseto e Fermo nelle posizioni di coda. Anche questo indicatore conferma che qualcosa sta cambiando nell’economia di una nazione caratterizzata per oltre centosessant’anni da un dualismo Nord-Sud tutto sfavorevole alla parte bassa dello Stivale. Ma si tratta di indizi che vanno consolidati, con politiche economiche che assegnino al Meridione un ruolo determinante di motore produttivo italiano. Ve ne sono le condizioni, serve coerenza e coesione in chi è chiamato a orientare le linee di sviluppo nazionali.