Il Superbonus 110% nasce con la stessa velleità del Reddito di Cittadinanza, cioè fare nel settore costruzioni, fondamentale nell’economia tricolore, quello che RdC aveva fatto nel settore sociale. Miliardi a pioggia che ad un certo punto non è stato più possibile ne monitorare ne prevedere dove andassero a finire. Il regime populista garantista legislativo e deregolamentato fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle, che altro modo per emergere in politica non aveva, ha in pratica schiacciato il Paese sotto un macigno di debiti. Uno tsunami di miliardi che sia in formato RdC che in modalità Supebonus 110%, hanno arricchito a dismisura i soliti furbi, garantendo a Guardia di Finanza e magistratura gli straordinari per venire a capo di migliaia di truffe perpetrate ai danni del Sistema e, in ultima analisi degli Italiani. Ma archiviato il Reddito di Cittadinanza non senza conseguenze e proteste sociali pilotate, dobbiamo fare ancora i conti col famigerato Superbonus. Volendo riassumere per economizzare tempo,  il Superbonus 110% ha indebitato l’Italia per 140 miliardi, in pratica il valore di 5 finanziarie, ed ha interessato solo il 3% degli immobili, in prevalenza villette, seconde e terze case, e finanche un castello, che suo malgrado, sale all’apice delle truffe ai danni, addirittura, di una persona defunta. 

Il premier Giorgia Meloni ha posto fine a questa voragine finanziaria nel febbraio scorso, bloccando il meccanismo della cessione dei crediti e degli sconti in fattura, e oggi il Ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti ha chiarito che non ci sarà più alcuna proroga dopo il 31 dicembre e, quindi, a quella data “questa vergognosa misura clientelare sarà definitivamente abrogata“.

E’ ovvio che parlare di misure clientelari è voler essere buonisti nei confronti di leggi acchiappa voti ideate apposta per poter storicizzare la manna che scende dal cielo anche ai nostri giorni. E meno male che qualche decennio fa, parlando del caro estinto Silvio Berlusconi, si faceva abbondante riferimento alle cosiddette leggi ‘ad personam’. Per molti disincantati analisti che non bazzicano, per fortuna, gli ambienti politici, RdC e Superbonus sono stati molto peggio delle leggi ad personam perché in questo caso l’intento non dichiarato è stato solo l’adescamento elettorale.

Ovviamente i vari comparti interessati da queste misure si sentono adesso privati di quelle risorse indispensabili a pareggiare i conti dell’era Covid che ha laserizzato il tessuto industriale e produttivo. 

Il problema resta sempre uno solo: garantire l’innesco produttivo reale, e non quello dopato da misure che da una parte portano fondi e dall’altra li sottraggono alla comunità. Questo gli analisti lo chiamano ‘il cane che si morde la coda’: quando furiosamente l’animale inizia girare su se stesso con l’intento di afferrare la propria coda che girando alla sua stessa velocità e distanza, non sarà mai raggiunta. Per l’economia tricolore RdC e Superbonus sono state il cane che si morde la coda.