Si sente, aimè, troppo spesso parlare di violenza sulle donne, una barbarie che spesso sfocia nel femminicidio e di cui si conoscono gli aspetti legati alla cronaca più che quelli legati alla prassi. Per questo il ruolo dell’avvocato è fondamentale nell’ordine delle cose per prevenire e, a violenza consumata, per gestire gli aspetti sociali e legali derivanti dalle circostanze.  Ovviamente la donna che ha subito violenza e si rivolge ad un legale ha prima cosa bisogno di capire come può essere aiutata e le modalità per il raggiungimento della giustizia. L’aiuto primario quindi è quello relativo alla denuncia del reato stesso, quindi del responsabile dei maltrattamenti. In presenza di possesso, abuso , quindi violenza fisica , morale e psicologica , si rientra in pieno in fattispecie di reati che attengono la fera penale puniti dalla legge; specie poi se  ci sono segni tangibili della violenza che molte donne subiscono, senza saperlo e che tollerano in cuor loro, giustificandoli come un concetto malato di amore. Ovviamente quello non è assolutamente amore, questo sia ben chiaro. C’è da dire che si giunge a tutto questo anche grazie a modelli sociali sbagliati, culture popolari devianti, e modus vivendi legati ad una società patriarcale che non esiste più. Per combattere queste storture sociali bisogna partire dalla scuola , dalla formazione dei giovani, dall’educazione delle loro attività umane e interpersonali, fornendo loro gli strumenti necessari per trasformare le emozioni negative in comportamenti idonei a placare impulsi di rabbia che potrebbero comportare il coinvolgimento di donne e intere famiglie. Già a cominciare dallo stalking, il professionista che affianca la vittima ha il dovere di far capire che quello non è amore, ma solo prevaricazione.  Anche le Istituzioni hanno il compito di sostenere la donna vittima di stalking nel percorso di liberazione , spesso ostacolato dalla mancanza di indipendenza economica.   Il coraggio è l’arma dei vincenti, recita un detto popolare, e una volta denunciato l’autore dei maltrattamenti si capirà quanto sia stato rischioso, fino a quel momento , non farlo .  La legge n. 69/2019 meglio conosciuta come “Codice Rosso”, e’ stata rafforzata già lo scorso anno prevedendo anche l’inasprimento delle pene , per chi , mette in atto violenze domestica , anche assistita e di genere , con poteri ampi del pubblico ministero e con la facoltà di ottenere la tutela legale a carico dello Stato ( patrocinio gratuito ), in sede penale. La conoscenza di tali aspetti è basilare e il professionista che segue la vittima ha il dovere di far ricorso a tali norme perché un giorno in più di tolleranza della violenza, potrebbe costare la vita della malcapitata 

Avv.  Alessandra Salvi