L’Agenzia STANDARD & POUR alza il Rating dell’Italia a BBB+ con AUTLOOK STABILE.

Ogni anno in primavera le Agenzie di Rating Internazionali si cimentano nella sempre complicata valutazione dell’economia dei Paesi più industrializzati, prevedendo ragionevoli elementi di natura tecnico-finanziari nell’analisi indipendente che viene eseguita, per valutare lo stato di “salute” dell’economia dei singoli paesi.
Ogni anno i Governi e gli analisti economici attendono con ansia la pubblicazione di questi elementi e dati tecnico-economici sui quali poi si accendono polemiche politiche molto vivaci, laddove le valutazioni dovessero essere insufficienti o addirittura negative per la economia di quel dato paese.
Per fortuna dell’Italia, queste Agenzie specializzate, autonome e indipendenti, almeno negli ultimi anni del Governo Meloni, stanno registrando significativi e costanti miglioramenti in tema di politiche di bilancio, della crescita del Pil nazionale, le tendenze al rientro dell’indebitamento, l’occupazione e lo sviluppo economico e, non ultimo, la stabilità politica della maggioranza che guida il Paese. Un Governo tra i più longevi della storia della Repubblica Italiana.
Anche nel 2025 le più accreditate Agenzie di Rating hanno espresso i loro attesissimi responsi.
Il quattro Aprile scorso sono stati pubblicati i dati elaborati da FITCH (la prima delle due rinomate agenzie, che anticipa di qualche giorno la seconda: Standard & Poor’s che segue a ruota). Ebbene l’Agenzia FITCH ha confermato il Rating dell’Italia con un BBB e con outlook positivo, accompagnato dal seguente giudizio :” Si tratta di un rating riconosciuto all’Italia e sostenuto dalla sua economia ampia, diversificata e ad alto valore aggiunto, dall’appartenenza stabile nell’Eurozona e dalla solidità delle Istituzioni Italiane rispetto alla mediana della categoria BBB” .
Pochi giorni di attesa ed ecco la pubblicazione dei dati dell’Agenzia Standard e Poor’s:
Quest’ultima agenzia, rispetto ai dati diffusi lo scorso anno, esprime una valutazione ancora più lusinghiera della precedente, sullo stato dell’economia dell’Italia. Infatti arriva a migliorare il Rating delle tre BBB aggiungendo il segno positivo (+). Il che assume un significativo passo in avanti per l’economia del Bel Paese, rispetto a tutti gli indicatori di analisi economica impiegati nel rilevamento tecnico-finanziario operato dall’Agenzia internazionale.
Un risultato eccezionale per il nostro Paese e per il suo governo che premia proprio la serietà dell’approccio governativo alle politiche di bilancio, l’affidabilità creditizia e soprattutto l’incremento sia pur modesto del PIL previsto oltre lo 0,6 % nel 2025. Una revisione al rialzo che riflette i miglioramenti raggiunti dal Governo e messi a segno a fronte, comunque, di un contesto internazionale fortemente turbato da due conflitti regionali di grandi proporzioni e di lunga durata, negli scenari particolarmente vicini geograficamente dell’Europa Orientale e del Medioriente. Che si aggiungono ad altre e recenti turbative costituiti dalla crisi dei dazi nordamericani. (o guerra dei dazi).
Turbative internazionali perniciose, dalle prospettive tutt’altro che rosee dal punto di vista di una cessazione a breve delle ostilità, che tuttavia non ha impedito la stabilizzazione della finanza pubblica nel nostro Paese a partire dagli anni immediatamente successivi alla pandemia da Covid 19.
Non a caso Standard e Poor’s ha analizzato il costante miglioramento del rapporto debito-Pil dell’Italia e ha constatato, in questi ultimi anni, la riduzione graduale del deficit. Il che lascia presupporre una più larga stabilizzazione a partire dal 2027. Ciò anche perché il credito ai privati delle banche (verso famiglie e imprese) è fortemente diminuito, migliorando in maniera sostanziale i già solidi bilanci di famiglie e imprese, con la posizione patrimoniale netta delle famiglie italiane attualmente superiore di 5 volte il PIL nazionale. Questo scenario favorevole della nostra economia ci lascia molto sollevati nonostante le fibrillazioni dei mercati a seguito dell’aumento dei dazi statunitensi sulle merci provenienti dall’U.E.
L’Italia, infatti tra i paesi dell’area Euro, è quello che desta le preoccupazioni minori in tema di calo delle esportazioni o comunque il Paese che più facilmente riuscirà a fronteggiare questi turbamenti dei mercati, potendo contare su una economia solida e dinamica. Sempre secondo le valutazioni delle Agenzia di Reting internazionali, appena pubblicate.
Ci resta il rammarico di vivere in un Paese che sembra non godere dei risultati lusinghieri raggiunti anche in campo internazionale dall’Italia. Anzi al contrario, si mettono in discussione ogni giorno questi risultati ritenuti insoddisfacenti, si attribuiscono responsabilità al Governo su questioni francamente molto risibili o montate alla bisogna per fomentare malessere nell’opinione pubblica. E’ il caso, per rimanere in tema di questioni economiche, proprio della crisi dei dazi americani. Si attacca la Presidente del Consiglio manco se i dazi li avesse applicati lei. Si pretende che faccia qualcosa nell’immediato quando le questioni economiche vanno curati in sede U.E. per competenza e Trattati europei vigenti.
In ragione di un rapporto politico e personale più che soddisfacente la Meloni volerà a breve negli Stati Uniti per discutere di dazi e di rapporti commerciali tra USA e U.E. La Ursula Von der Leyen ha benedetto e stimolato questo appuntamento americano della Meloni con Trump, riconoscendogli doti di mediazione non comune e buon senso da vendere sfuso e a pacchetti……. Ebbene la sinistra nostrana attacca la Meloni pretendendo che quest’ultima vada in Parlamento a riferire sulla missione, prima ancora che la missione sia stata effettuata. Quasi a voler dire: “Facci sapere prima cosa dirai a Trump alla Casa Bianca”. Ma stiamo davvero scherzando? Stiamo o stanno (i soliti progressisti senza più argomenti) perdendo l’uso della ragione oltre alla faccia? Che cosa potrebbe riferire la Premier al Parlamento prima di partire? Forse pensavano che la Meloni avesse bisogno dei consigli della sinistra per poter discutere con Trump o temono, piuttosto, che la Premier porti a casa qualche altro risultato significativo in termini economici per l’Italia e L’Unione Europea e dunque…….. alimentano polemiche e confusione preventive?
Tutto è lecito aspettarsi da una sinistra alla canna del gas! Agli Italiani, degni di questo nome, non resta che rallegrarsi rispetto alle valutazioni positive delle Agenzie di Rating sull’economia nazionale.