Ne avevamo parlato non più tardi del mese scorso, su queste colonne, dei brillanti risultati del Governo Meloni in politica economica, confortati da importanti riconoscimenti ricevuti da tutti gli Osservatori Internazionali più accreditati a livello mondiale. Dalle Agenzie di Rating Statunitensi ed Inglesi, agli Istituti di Statistica di mezzo mondo, ISTAT compresa, all’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo sviluppo Economico). Tutti a sottolineare i risultati lusinghieri della nostra economia e ad esprimere massima fiducia per il “Sistema Italia”.
Ma in quell’articolo di inizio Gennaio parlavamo anche degli altri importanti successi dell’Esecutivo Meloni in politica estera, in soli due anni di governo o poco più. Partendo dalla vetrina eccezionale costituita dalla Presidenza del G7 Italiano che conferiva autorevolezza e prestigio al nostro Governo, mano a mano che venivano fissati gli appuntamenti dei “grandi del mondo” sul suolo italiano o all’estero. E poi la felice intuizione di invitare al G7 pugliese Papa Bergoglio. La prima volta di un Pontefice in una riunione di Capi di Stato che affrontava tematiche emergenti: dalla politica, all’economia; dalle crisi climatiche, alla tutela dell’ambiente; dagli scenari di guerra sempre più numerosi e cruenti, al dramma dell’ immigrazione incontrollata e irregolare; dalla sicurezza, alla lotta al terrorismo jaidista, al contrasto ai trafficanti di droga; dalla cooperazione internazionale verso i Paesi in via di sviluppo, al sostegno per le popolazioni più arretrate e afflitte da genocidi, conflitti tribali e feroci epidemie. Una occasione utile e forse irripetibile per Papa Francesco di rivolgere, di persona e direttamente, un accorato appello ai grandi della terra sulla necessità di fermare la guerra in corso in Ucraina e in Palestina. Una occasione utile per rimarcare la necessità di colmare i divari esistenti tra i popoli del nord e sud della terra, cui l’attenzione della Santa Sede è sempre forte e crescente.
Un invito al G7 da parte della Premier Meloni inaspettato e prezioso per Papa Bergoglio, a lungo sottolineato e apprezzato dal Pontefice, dagli stessi membri del G7 e dai fedeli di ogni parte del mondo, per la volontà espressa dalla Premier italiana di ritagliare uno spazio doveroso e pertinente al Capo della Chiesa Cattolica e aver dato voce, suo tramite, alle istanze dei popoli in guerra, dei sofferenti, degli emarginati. Una tematica quest’ultima fortemente condivisa dal Governo Italiano che proprio in occasione del G7 e alla presenza di Papa Bergoglio illustrava ai suoi interlocutori internazionali la volontà di realizzare un piano di cooperazione ambizioso e strategico denominato “Progetto Mattei” per mettere in campo iniziative di sostegno al tessuto produttivo dei paesi Africani. Non più aiuti a pioggia che si disperdono senza grandi risultati. Ma sostegno all’agricoltura, all’industria, al terziario avanzato, alla ricerca scientifica, all’istruzione, alla sanità. E poi opere pubbliche indispensabili come Ospedali, scuole, acquedotti, interventi di edilizia abitativa e quant’altro necessario per il sostegno socio- economico dei paesi africani. Piano Mattei promosso dall’Italia e immediatamente condiviso dai partners internazionali e fatto proprio dalla Assemblea del G7.
Un anno di Presidenza Italiana del G7 che ha sostanzialmente sancito la centralità, l’efficacia e la lungimiranza della politica estera italiana, collocandola al centro delle decisioni sulle più importanti tematiche geo-politiche di primario interesse internazionale. Un Governo italiano pronto a dialogare con tutti i partners e gli attori della politica globale, in forza di una credibilità riconosciuta e apprezzata ad ogni livello politico-diplomatico. Prova ne sia il dinamismo nell’attività di “costruzione febbrile” di nuove e virtuose relazioni diplomatiche attraverso la promozione di incontri bilaterali con numerosi Paesi del mondo, a partire da quelli delle sponde del Mediterraneo, alla Turchia, agli Emirati Arabi Uniti e gli Stati Uniti, per non parlare della Cina e dell’Argentina, o i Paesi Baltici e la Spagna, passando per la Finlandia e i Paesi Balcanici, compresa l’Albania. E poi la Polonia, l’Ungheria e tanti altri ancora. Paesi con i quali sono state strette relazioni diplomatiche eccellenti e firmate collaborazioni tecnologiche, scientifiche, culturali, industriali che porteranno nuove occasioni di sviluppo per il nostro Paese e offriranno nuovi sbocchi di mercato estero per il nostro sistema delle imprese.
E’ proprio il caso dell’ultimo FORUM imprenditoriale Italia – Emirati Arabi Uniti tenutosi a Roma, presso il prestigioso Hotel Parco dei Principi nei giorni scorsi, alla presenza di oltre 300 imprese e imprenditori dei due Stati.
Forum preceduto da visite di stato ad Abu Dhabi e Dubai del nostro Presidente del Consiglio nel marzo del 2023 e, più recentemente, il 15 Gennaio scorso, durante il quale è stato programmato e definito il Business Forum appena conclusosi in Italia, per concretizzare l’asse strategico e il partenariato Italo-Emiratino, alla presenza delle imprese e degli imprenditori dei due Stati coinvolti nel progetto.
Sono state firmate oltre 40 intese bilaterali pubbliche e private per altrettante opere da realizzare in partneriato anche con altri attori europei. Come nel caso dell’Albania che collaborerà con Italia ed Emirati Arabi nella costruzione di una nuova infrastruttura energetica che collegherà le due sponde dell’Adriatico per interconnettere l’Asia, l’Africa e i Paesi del Golfo con il Centro del Mediterraneo e l’Europa.
Un programma di collaborazione scientifica, industriale e culturale molto ambizioso nel quale gli Emirati Arabi Uniti investiranno a breve oltre 40 miliardi di dollari sul nostro territorio, collaborando alla realizzazione di progetti operativi con partners italiani del calibro di ENEL, ENI, LEONARDO LAMBORGHINI, INTESA SAN PAOLO, FINCANTIERI, TIM, MELINDA, ACEA e tante altre aziende italiane leader nel loro settore.
In particolare sono state sottoscritte collaborazioni nel campo della progettazione e realizzazione di impianti idraulici, reti idriche, impianti di desalinizzazione, reti di approvvigionamento idrico per l’agricoltura, smaltimento dei fanghi di lavorazione. E poi collaborazioni nel campo dell’intelligenza artificiale, creazione di Data Center, ricerca nel campo delle nuove tecnologie e catene alimentari, Interconnessioni digitali ed energetiche, ricerca e utilizzo nuove tecnologie subacquee, per le fibre ottiche, per lo spazio e i minerali critici. E poi ancora collaborazioni in materia di difesa, sanitarie, nello studio e impiego di nuovi combustibili per autotrazione. E ancora, energie rinnovabili e investimenti nel settore farmaceutico.
Materie di business mai esplorate sin ora dalle nostre imprese negli Emirati Arabi Uniti, nonostante l’Italia sia il partner commerciale più accreditato per il Paese Arabo con oltre 11 milardi,7 di Euro di interscambio bilaterale tra i Paesi dell’Eurozona (dati al dicembre 2023) e che nel corso del 2024 questo dato sia cresciuto ancora di oltre il 50%.
Con l’attuazione dei programmi di partneriato previsti dal Forum di Roma, Italia ed Emirati Arabi contano di triplicare l’attuale interscambio bilaterale, potendo contare sulle materie e sui progetti di investimento individuati e programmati proprio nel corso della grande kermesse del Forum Italo-Emiratino di Roma.
Viva soddisfazione è stata espressa dalla Premier Meloni e dallo Sceicco Abu Dabi Mohammed Bin Zayed per il più che lusinghiero risultato del Forum, per la massiccia ed entusiastica partecipazione di imprese dei due Paesi, per la felice conclusione di importanti accordi bilaterali che contribuiranno a rendere sempre più proficua e intensa la collaborazione imprenditoriale e le relazioni istituzionali e diplomatiche tra Italia ed Emirati Arabi Uniti.
Carlo Lamura.