La conferma del rating tripla B da parte di Standard & Poor’s è un’ottima notizia. Allontana, tra l’altro, il pericolo di speculazione di mercati finanziari sul debito dell’Italia. La valutazione di una delle tre più importanti agenzie di rating al mondo non nasce dal nulla. È vero, infatti, che la previsione di crescita del Pil italiano nel 2024 è la più bassa tra i Paesi dell’euro assieme a quella della Finlandia, ma, anche se elaborate sulla base dei documenti programmatici di bilancio dei vari Governi, occorre fare attenzione alle differenze spesso eclatanti registrate in passato tra stime e risultati effettivi. Anche perché alcune previsioni, come quelle dell’esecutivo tedesco, appaiono sproporzionate per ottimismo, rispetto all’attuale andamento recessivo dell’economia.

Va inoltre considerato che, pur se dovesse confermarsi la crescita più bassa d’Europa per l’Italia nel 2024, alla fine il Paese risulterà comunque primo, insieme alla Spagna, per crescita del Pil calcolata a partire dal 2019 (anno pre-pandemia). Insomma, è nel ciclo naturale delle cose che, avendo avuto un incremento più forte degli altri Stati membri della Ue, l’Italia attraversi un periodo di assestamento.

È tuttavia importante porre le basi per un nuovo rilancio, prima che sia troppo tardi. Il peso del debito pubblico deve essere gradualmente ridotto nei prossimi anni, e per farlo serve aumentare considerevolmente il Pil. C’è uno strumento aggiuntivo da valorizzare appieno, al riguardo, e si chiama Pnrr.

L’auspicio è che, anche grazie alla revisione del Piano, effettuata sotto la regia del Ministro per gli Afari europei e per il Sud Raffaele Fitto, il Pnrr inneschi un forte rilancio del Mezzogiorno e, di conseguenza, dell’intero Paese.

L’Italia avrà futuro soltanto se trainata dal Sud. Si concentrino risorse ed energie del Governo in questa direzione, dunque, e si allontanino i cattivi consiglieri che vorrebbero defalcare risorse per il Sud per destinarle a territori saturi, che hanno ormai limitate potenzialità di ulteriore crescita. All’Italia non serve lo zero virgola, serve una super crescita di più punti di Pil. Può assicurarla solo un Mezzogiorno attrattore di importanti e strategici nuovi insediamenti produttivi.

Alla Premier Meloni e al Ministro Fitto il compito di tenere la barra dritta su opzioni che recuperino il ruolo centrale del Sud su partite fondamentali, come la riconversione energetica e la diffusione delle relazioni commerciali e culturali con gli altri Paesi del Mediterraneo.