Il tasso di occupazione femminile in Italia non raggiunge il 53%. Si ferma al 52,6%, quasi 14 punti sotto la media europea. A quella percentuale, peraltro, si giunge soprattutto per il divario abissale del Mezzogiorno, area in cui le donne che lavorano tra i 15 e i 64 anni sono appena il 35,8%. Quando parliamo di necessità assoluta per il Paese di centrare le strategie di sviluppo sul Sud, lo facciamo a ragion veduta: non è possibile aumentare il Pil nazionale, se non cresce il tasso di attività. Ma la logica elementare ci dice che si può aumentare considerevolmente il Pil dove c’è gente che non lavora, non viceversa. Purtroppo, sia a destra che a sinistra, questo nodo fondamentale non sciolto continua a essere per lo più ignorato. Ma se non aumenteremo fortemente il Pil, non potremo mai ridurre il debito pubblico. E lo stesso Governo prevede che la spesa per interessi nel 2026 supererà i cento miliardi. L’aumento dell’occupazione al Sud, a partire dalle donne e dai giovani, è la strada maestra per invertire una rotta che ci porta verso un baratro economico finanziario. Primo lo si capirà, e si porranno in essere interventi per rimediare, meglio sarà. A buon intenditor….