Un salto di qualità sostanziale quello effettuato dal Comune di Napoli, il cui rating secondo Fitch, è stato elevato, con conseguente miglioramento dell’affidabilità dell’istituzione sui mercati finanziari. Ma poco male, anche in considerazione del fatto che Fitch non si occupa prevalentemente delle città, ma delle economia territoriali globali. Quello che invece salta all’occhio sono le solite anomalie valutative in ordine al debito pubblico italiano. Il carico spropositato ha superato i 3mila miliardi, ma resta inferiore a quello dei cugini transalpini che quel limite l’hanno sfondato da tempo. Ma non solo, la Francia continua ad accumulare debito, mentre il nostro Paese si avvia a tornare in avanzo nei conti, cercando di ottemperare ai vincoli posti contestualmente dalle direttive Ue e dai rischi di eventuali speculazioni finanziarie. Se avessimo un rating stabile senza scossoni di nessuna natura, si libererebbero risorse importanti soprattutto per il Mezzogiorno, tanto da garantirne una equa ripartizione a seconda del fabbisogno e delle aree coinvolte.