L’ultima svolta sull’autonomia mi ha ricordato una delle più celebri battute di Groucho Marx: “Non vorrei mai far parte di un club che accettasse tra i suoi soci uno come me”. A denunciare il pericolo di un possibile disastro per i conti pubblici, a causa della riforma tanto desiderata dal Ministro per gli Affari regionali e le autonomie della Repubblica Italiana Roberto Calderoli, è il Comitato dei saggi dal medesimo costituito! Si tratta del cosiddetto Comitato Clep, presieduto dal giurista Sabino Cassese. Nei mesi scorsi, da quell’organismo, evidentemente preoccupati da quanto si stava analizzando e dalla prospettiva di continuare una sorta di gioco al massacro per le finanze pubbliche e per le prospettive di tutte le altre regioni diverse da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, si erano dimessi, tra gli altri, l’ex Presidente della Corte Costituzionale Franco Gallo, l’ex Ministro Franco Bassanini, il Presidente emerito del Consiglio di Stato Alessandro Pajno e l’ex Presidente del Consiglio Giuliano Amato. Personalmente, ho sempre dichiarato una sostanziale avversità contro la corsa all’approvazione di un provvedimento che, per citare il Presidente di Confindustria Bonomi, rischia di spaccare il Paese. Ero, tuttavia, dubbioso che la fuoriuscita degli autorevoli esponenti su citati potesse essere dettata anche da un ‘sentiment’ di contrapposizione all’attuale maggioranza governativa. Ma ora siamo giunti, a quanto pare, veramente al colmo. Pare infatti che il Comitato Clep fosse stato ripetutamente sollecitato dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato a presentare documenti, riflessioni e conclusioni del lavoro dei suoi nove sottogruppi. Il motivo del ritardo, a pensar male si può far peccato ma spesso ci si azzecca, diceva il Divo Giulio!, potrebbero essere state le conclusioni, finalmente presentate nei giorni scorsi, del sotto gruppo 9, quello che si occupa di ‘coordinamento della finanza pubblica’. Tra gli esponenti rimasti (che non hanno presentato le dimissioni) figurano, oltre al Governatore uscente della Banca d’Italia Ignazio Visco e al Direttore generale dello Stato Biagio Mazzotta, personaggi vicinissimi a Calderoli come Elena D’Orlando (membra della delegazione che tratta l’autonomia per il Veneto) e Andrea Giovanardi, uno dei massimi ideologi dell’autonomia. Ebbene, anche loro hanno dovuto ammettere che il meccanismo, così com’è congegnato, conduce a una catastrofe finanziaria. Direi che qui siamo oltre Groucho Marx: nel terzo millennio si affina anche l’umorismo dei grandi maestri!