di Anna Lepre*

Nel primo trimestre 2023 si stima un calo del prezzo dell’energia elettrica di quasi il 20%. Come ha chiarito il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, questo miglioramento congiunturale non può distogliere l’attenzione del Governo dalla necessità di dare impulso nel Paese a una transizione ecologica, a un efficientamento generale delle risorse disponibili, al ricorso a nuove fonti.

L’inverno da poco iniziato non dovrebbe creare problemi, quello da fronteggiare è, innanzitutto, il successivo. I rigassificatori, prima a Piombino, poi a Ravenna, sono indispensabili per consentirci di accogliere complessivamente circa dieci miliardi di metri cubi di gas liquefatto da riportare allo stato aeriforme. È l’unica soluzione immediata che scongiura crisi di approvvigionamento causate da un possibile blocco totale della fornitura russa. Le resistenze opposte da Piombino dovrebbero venire meno, a fronte della garanzia di un utilizzo temporaneo dell’impianto, non oltre un triennio. Sono infatti in arrivo due nuovi impianti a Gioia Tauro e a Porto Empedocle. Sarà raddoppiato il Tap, si potenzierà la linea Adriatica, si darà un forte impulso alle rinnovabili. Non solo per dotarci di energia, ma anche e soprattutto per rispettare le scadenze vitali di riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030, e del loro azzeramento entro il 2050.

In pratica, questa svolta ha una direzione geoeconomica verso il Mezzogiorno. Con enormi vantaggi potenziali per l’area. La prospettiva, infatti, è di accrescerne il ruolo di hub energetico, non solo per l’Italia, ma anche per altre aree d’Europa. Ve ne sono le condizioni. 

Le crescenti tensioni internazionali sul fronte orientale spingono l’Europa a guardare a Sud: sia sul fronte dell’approvvigionamento della risorsa energetica, sia su quello della ricerca delle cosiddette terre rare, gli speciali elementi chimici presenti nei minerali, che trovano larga applicazione nei settori della tecnologia avanzata, nonché proprio dell’energia rinnovabile. 

L’Italia può diventare leader di un’iniziativa europea, finalizzata a definire accordi per nuove opportunità di estrazione e raffinazione di tali materiali in Africa. Un ruolo da capofila, dunque, sia per la logistica e il trasporto dell’energia, sia per l’acquisizione delle materie prime del futuro, che sarebbe incentrato su un rilancio del Mezzogiorno, porta d’accesso nel Mediterraneo per l’Italia e per la stessa Europa.

*Direttore Centro Studi Lepre Group

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