La crescita dell’occupazione e dell’economia del Mezzogiorno è legata allo sviluppo dell’istituzione scolastica e formativa in generale. Fin dalla scuola per l’infanzia (dati elaborati da Fondazione Merita) il monte ore di insegnamento in Italia è inferiore alla media europea (945 contro 1071!), ma questa già rimarchevole differenza si aggrava notevolmente nelle aree meridionali. Lo stesso andamento si riscontra nei successivi gradi di istruzione fino alla scuola secondaria di primo grado, con carenze notevolissime nel Mezzogiorno. Nel Sud, inoltre, non difettano soltanto le ore di insegnamento. Manca tutta una serie di servizi, dal tempo pieno alla disponibilità di mense scolastiche e di palestre. Questo scenario ha come vittime non solo bambini e giovanissimi studenti, ma anche le donne. La principale ragione del bassissimo tasso di occupazione femminile meridionale, infatti, sta proprio nell’enorme difficoltà per le donne di fare fronte contemporaneamente agli impegni di lavoratrici e di madri. È quindi indispensabile ottimizzare l’opportunità fornita dal Piano nazionale di ripresa e resilienza per adeguare strutture e servizi per la scuola e la formazione in genere, avvicinando gli standard del Sud a quelli del resto del Paese. Qui non ci sono alibi che tengano, non ci si può nascondere dietro motivi quali l’insufficienza qualitativa e quantitativa degli organici delle pubbliche amministrazioni del Mezzogiorno. Uno Stato che si rispetti deve superare squilibri territoriali così gravi e se, fino a qualche tempo fa, si poteva obiettare che mancavano le risorse per provvedere, ora questa scusa non c’è più. Ci sono risorse aggiuntive assicurate da Next Generation Eu, c’è addirittura una Unione Europea che ammonisce perentoriamente l’Italia a superare i divari territoriali, utilizzando i fondi erogati da Bruxelles come aggiuntivi e non come sostitutivi di quelli nazionali. Se vi sono, e vi sono, deficienze di organici, vanno colmate e, nel frattempo, vanno fronteggiate con un supporto incisivo, costante, puntuale e determinato dell’amministrazione centrale. Guai a venire meno a un obiettivo come il rilancio del sistema formativo nel Mezzogiorno. Il Sud cresce, il Paese cresce, se finalmente donne e giovani meridionali trovano la possibilità di realizzare i propri percorsi di vita attraverso la disponibilità effettiva (e non solo teorica, come quella prevista finora dalla Carta costituzionale) dell’esercizio del diritto al lavoro.