Sono passati ormai più di tre mesi da quando a Raffaele Fitto, oltre alle deleghe per gli Affari Europei, le Politiche di Coesione e il Pnrr, è stata affidata quella per il Sud. Si trattava di eliminare una incongruenza e l’azione efficace del Ministro, in questo suo primo trimestre di operatività, lo sta dimostrando ampiamente. Tra le ultime decisioni assunte dietro il suo impulso vi è stata quella di sopprimere l’Agenzia per la Coesione territoriale (così prevede il nuovo decreto per il Pnrr approvato dal Governo) e di accorpare politiche e interventi sotto il coordinamento del suo Ministero e della Presidenza del Consiglio, con il Dipartimento della Coesione. L’idea guida è di evitare dispersioni e sovrapposizioni di attività, procedure, autorizzazioni, deliberazioni. Di dare alle politiche per il Sud e la coesione territoriale la necessaria centralità, condividendone la responsabilità diretta con la stessa Presidente del Consiglio. Tutto si può dire di questa svolta, meno che nasca senza ragioni plausibili. I numeri, purtroppo, la motivano pienamente. A esplicitarli al Consiglio dei Ministri è stato lo stesso Fitto, riferendo i dati più significativi emersi dalla Relazione sulla Politica di Coesione per il ciclo 2014-2020. I fondi relativi a tale ciclo devono essere tassativamente spesi entro il 31 dicembre 2023. Ebbene, a pochi mesi dalla scadenza, tra Fesr e Fse (fondi strutturali) e cofinanziamento nazionale, nonché risorse del Fondo sviluppo e coesione (che per l’80% toccano al Meridione), la spesa effettiva non supera il 34%! Dei 126,6 miliardi di euro in dotazione, ne sono stati materialmente utilizzati 46,1. Il ritardo sarebbe stato ancora più colossale, se non vi fosse stata la tragedia del Covid. La pandemia ha infatti determinato la necessità di facilitare l’utilizzo di parte delle risorse, indirizzandole a interventi di emergenza per contrastare gli effetti del virus. Se non si tenessero in considerazione gli importi versati a causa del Covid, l’importo complessivo erogato sarebbe stato di 36,5 miliardi. Spiace sottolinearlo, ma, in un’Italia in cui le colpe sembrano non avere mai responsabilità, è rassicurante dover constatare che, finalmente, viene meno un organismo che non ha avuto mai la dovuta incidenza sul coordinamento della spesa dei fondi per recuperare il divario territoriale. L’impresa di Fitto è improba, ma se continuerà ad agire con questo piglio e non gli verranno messi bastoni tra le ruote, potrà avviare il rilancio del Sud, assolutamente necessario per i destini dell’intero Paese.
Anna Lepre, Direttore Centro Studi Lepre Group