Nonostante tutto, o come dicevano i latini ‘ sic rebus stantibus’ la Russia di Vladimir Putin ha assunto oggi il turno di presidenza del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Una cosa che onestamente non è scesa quasi a nessuno, e se escludiamo il ‘quasi’ possiamo affermare che gran parte del mondo cosiddetto libero ha criticato questo innesto che, bisogna ricordare a tutti, è automatico quando scatta il turno di uno dei Paesi che fanno parte di questa stretta cerchia. Ovviamente un Paese in guerra, e per giunta, il Paese aggressore di un altro Paese sovrano non potrebbe di regola presiedere il Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Quindi, alla fine per molti è una vistosa e ingiustificabile vergogna che ora la Russia presieda un organismo lontano anni luce dal suo agire quotidiano. Ma ragioniamo: chi poteva immaginare quando è nato l’ONU ed il suo Consiglio di Sicurezza che uno dei suoi membri più autorevoli e per di più potenza nucleare avesse mosso guerra nei confronti di un altro Paese sovrano? Nessuno, e non solo, era una situazione annoverabili solo nelle fiction, ma non nella realtà di una Europa in competizione economica e digitale. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare uno scenario del genere, ma come ogni incognita il problema è che poi si materializza quando meno te l’aspetti. In sintesi abbiamo parlato dell’attuale guerra tra Russia ed Ucraina, dove esiste un Paese aggressore che con la scusa della vicinanza della NATO sta annientando una nazione e una popolazione con una guerra coloniale di cui non si aveva più contezza almeno da un secolo; e dall’altra abbiamo il Paese aggredito che preferisce vivere libero e in democrazia lontano dal catto comunismo oligarchico di Putin e dei suoi sodali. Proprio per questo l’ONU nella persona del suo segretario generale e con l’ausilio dell’assemblea generale, non avrebbero mai dovuto permettere un avvicendamento tanto vergognoso da snaturare l’intero sistema è renderlo schiavo della potenza o della fragilità dei suoi componenti. In questo senso marginalizzare la Russia significa salvare il suo Popolo dai gravissimi errori della sua nomenclatura. L’ho detto più volte in tutte le salse: questa guerra terminerà non perché l’uno vince sull’altro sul campo di battaglia, ma quando la Russia sarà serimanete marginalizzata dal resto del Pianeta, e quando le sanzioni cominceranno a stringere il cappio intorno al collo dell’economia russa. Non sono i fiumi di sangue a fare la differenza, Putin passerebbe sui cadaveri di decine di milioni di Russi pur di raggiungere il suo risultato, quindi più giovani russi muoio sul campo di battaglia e più Putin ne manderà a morire. La guerra la si vince stringendo il cappio, e la sentenza della Corte Penale Internazionale è un primo passo verso quel cappio.