di Gianni Lepre*


Per impulso del Prefetto di Napoli Claudio Palomba, è ripartito il progetto destinato a rilanciare definitivamente Piazza Plebiscito. La prima, lontanissima, tappa, di questo itinerario virtuoso risale a decine di anni fa, quando si liberò l’antico Largo di Palazzo dal triste destino di fungere da parcheggio all’aperto di autobus. Da allora, piazza Plebiscito ha ospitato concerti storici, eventi e manifestazioni, installazioni e sculture di alto pregio. Non si è tuttavia mai andati al di là dell’episodio, in attesa di un intervento pubblico o privato che potesse rivitalizzare la piazza.

Il progetto è stato varato ormai da più di un lustro: recuperare il colonnato per farne sede di botteghe di alto profilo, con illuminazione sofisticata per esaltare, anche nelle ore serali, l’incanto di una delle più belle piazza d’Europa.

Il bando per l’assegnazione delle botteghe non è mai diventato esecutivo a causa di una riconsiderazione dei criteri di agibilità, con la decisione di rimandare la rinascita a un intervento preventivo sugli immobili di proprietà del Fec, il Fondo edifici di culto del Ministero dell’Interno.

Il Prefetto ha finalmente sbloccato i lavori, che partiranno nel giro di due mesi. Seguirà l’assegnazione delle botteghe, privilegiando l’artigianato d’eccellenza, riservando spazi anche a bar, ristoranti ed esercizi di carattere culturale. 

La speranza è che stavolta l’iniziativa approdi a buon esito. Tanto più che, a supportarla, ci sarà una chicca: l’apertura al pubblico dell’ipogeo sottostante la chiesa di San Francesco di Paola, nato per volontà di Murat durante il decennio francese. Un nuovo elemento di attrazione turistica, che sarà valorizzato con mostre ed esposizioni.

Interventi di questo genere, così come quello appena avviato a piazza Mercato, possono restituire a cittadini e altri visitatori luoghi icona, che per secoli hanno segnato la storia di Napoli. Ma anche la più prosaica prospettiva economica è tutt’altro che trascurabile. Napoli può, tra le sue diverse traiettorie di crescita, trasformarsi in un polo internazionale dell’artigianato artistico. L’artigianato può fare il botto, soprattutto se si sapranno estendere gli spazi destinati a questa ricchezza del made in Italy oltre il Plebiscito, dando concretezza al progetto di sviluppare un triangolo delimitato tra Mercato, Borgo Orefici e Decumani, concentrandovi botteghe aperte al pubblico fin dalla fase di creazione dei manufatti. Dall’oreficeria alla ceramica, alla sartoria, alle calzature e alla camiceria d’autore. L’oro di Napoli.

*Economista, Presidente Commissione Reti e Distretti Produttivi ODCEC Napoli

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