di Anna Lepre*

Il Governo Meloni è entrato in piena operatività e comincia a adottare i primi provvedimenti significativi. Un passaggio importantissimo per valutare l’indirizzo concreto dell’azione dell’Esecutivo sarà costituito dalla manovra di fine anno. Sarà inoltre determinante l’approccio che sarà dato alla questione dell’autonomia differenziata chiesta da tre Regioni del Centro-Nord come Emilia Romagna, Lombardia e Veneto.

Esprimere giudizi su indiscrezioni sarebbe un esercizio velleitario, è su fatti e decisioni puntuali che occorrerà esaminare l’operato dei nostri governanti. Non si può tuttavia non auspicare che vengano mantenuti impegni come i forti incentivi fiscali per chi assuma, assunti dal partito del Presidente del Consiglio in campagna elettorale e che i gossip di questi giorni sembrano confermare. 

Rendere conveniente le assunzioni per le imprese che, in tal modo, potrebbero certificare di avere superato la media degli occupati dell’ultimo triennio, potrebbe ribaltare una pericolosa tendenza al ristagno degli investimenti e dell’economia, sull’onda della sfavorevole congiuntura dettata dalla guerra in Ucraina e dal caro prezzi materie prime ed energia. 

Gli effetti di un provvedimento del genere sarebbero poi moltiplicati, se vi si aggiungesse una robusta sforbiciata a quel cuneo fiscale che ancora segna la differenza del costo del lavoro nazionale rispetto ad altri Paesi europei. Fare entrare più soldi nelle tasche dei lavoratori e ridurre gli oneri per le imprese darebbe impulso a produzione e consumi.

Il forte contrasto alle conseguenze della crisi, con circa 15 o 16 miliardi indirizzati alla riduzione delle bollette, potrebbe infine far quadrare il cerchio di una ‘messa in sicurezza’ di condizioni che preluderebbero al rilancio dell’economia e dell’impresa. Sperando ovviamente che le tensioni internazionali si stemperino e non si incrementino, ma su questa variabile giocano componenti incontrollabili, come la capacità di mediazione di due colossi quali Stati Uniti e Cina.

In questo quadro, ci permettiamo di dare un suggerimento al Presidente Meloni: rinvii l’autonomia differenziata a tempi migliori. Assicuri prima la definizione e l’attuazione di livelli di prestazione adeguati per l’intero Paese e dunque anche per il Mezzogiorno. Altrimenti la ripartizione delle risorse resterà iniqua per sempre, come lo è ora, o addirittura peggiorerà, come prevedono alcuni economisti. Poi, avendo riequilibrato una situazione che da decenni penalizza il Mezzogiorno, conceda pure margini di manovra maggiori agli enti territoriali. Dopo. Non prima!

*Dottore Commercialista, Direttore Centro Studio Lepre Group

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