Abbassare la pressione fiscale sui contribuenti è un obiettivo dichiarato di questo Governo. In attesa di procedere più incisivamente su questo versante, dopo peraltro avere comunque ridotto almeno temporaneamente il cuneo fiscale, l’Esecutivo ha avviato un’operazione repulisti, con l’eliminazione di una serie di micro tasse. Potrebbero sparire da subito la tassa d’iscrizione all’Università, quella sui biliardini e gli altri oggetti di intrattenimento cui non sono collegate vincite in denaro. Pare sia possibile finalmente dare anche addio al superbollo, come annunciato da tempo. Tra gli altri tributi passibili di cancellazione sono stati indicati l’imposta erariale sui voli dei passeggeri di aerotaxi e sugli aeromobili privati, i diritti di licenza sulle assise, la tassa regionale di abilitazione all’esercizio professionale, l’addizionale regionale sui canoni per le utenze di acque pubbliche, la tassa sulle emissioni di anidride solforosa e ossidi di azoto e la tassa regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili civili. Al 2024 è altresì fissata, salvo imprevisti, l’abolizione della tassazione sulla tredicesima. Come si vede, è un calderone di soppressioni in corso d’opera che assembla di tutto, di più, a volte a vantaggio di una cerchia ristretta di contribuenti, in altri casi di una larghissima platea di destinatari. L’eliminazione di tantissime micro tasse dovrebbe avere, peraltro, un impatto limitato sulla riduzione della pressione fiscale. Darebbe luogo ad una riduzione delle entrate fiscali pari a poco più di 150 milioni su tasse erariali, una novantina di milioni sulle imposte regionali, una decina su quelle comunali. La gestione del minor gettito non comporterebbe particolari problemi, anche grazie al ritorno economico indiretto derivante dalla conseguente semplificazione burocratica. Se la pressione fiscale non calerà di molto, in compenso l’abolizione delle micro tasse consentirà dunque a tanti cittadini di snellire i rapporti con l’amministrazione pubblica, risparmiare tempo e quindi denaro, concentrarsi sull’attività professionale o d’impresa, piuttosto che su norme e codicilli, scadenze e rischi di sanzioni. Le micro tasse, in molti casi, danneggiano l’operatore economico più di quanto assicurino allo Stato in termini di entrate. Bene, quindi, sfrondare il campo da una miriade di imposte inutili. Il che non esime, naturalmente, dall’intervenire in futuro in misura più corposa e strutturale per la riduzione di un cuneo fiscale ancora superiore a quello di diversi altri partner europei.