Il successo dei visitatori per il Capodanno dei Musei italiani è testimoniato dai numeri. Al primo posto nazionale il Parco archeologico del Colosseo, con 55.405 ingressi tra 31 dicembre e primo gennaio. Ma straordinaria è stata anche la performance di Napoli e della Campania, con sette realtà finite nelle prime 21 posizioni!

Quinto assoluto, dopo il Vittoriano e il Pantheon a Roma, e le Gallerie degli Uffizi a Firenze, è risultato il Parco Archeologico di Pompei. Nella schiera degli eletti figurano anche la Reggia di Caserta, il Mann (Museo archeologico nazionale di Napoli), la Certosa col Museo di San Martino, Castel Sant’Elmo col Museo del Novecento di Napoli, il Parco Archeologico di Ercolano e il Museo di Capodimonte.

Un terzo della cultura museale italiana d’elite ha sede, dunque, tra Napoli e Caserta. Le visite in tutta la Penisola hanno ricevuto un ulteriore salutare impulso dalla decisione illuminata del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano di concedere straordinari agli addetti alla guardiania, permettendo così di prolungare l’apertura dei musei.

Le prospettive, soprattutto per Napoli, sono ancora più rosee. Basti pensare alla decisione ministeriale di creare una nuova sezione del Museo archeologico nazionale all’interno dell’Albergo dei poveri, nell’ambito del grande intervento di riqualificazione di cui sarà oggetto questo prestigioso edificio, uno dei più estesi e originali d’Europa. 

Per Napoli e la Campania la consacrazione a polo internazionale della Cultura sta diventando sempre più una realtà. La recente tre giorni dell’Unesco, con un dibattito internazionale sulle misure per la salvaguardia dei beni culturali materiali e immateriali, ne ha rappresentato un primo avallo. La produzione di primati in diversi campi dell’attività artistica, dalla letteratura alla cinematografia, ai serial, al teatro, alla fotografia d’autore, costituiscono fondamenta solide su cui costruire, ma forse dovrei dire meglio rafforzare, una identità sempre più riconoscibile su scala mondiale.

L’azione lungimirante e collaborativa di figure istituzionali operose e responsabili, dal Governo centrale al Comune di Napoli, può far sì che un fenomeno virtuoso si trasformi in una grande opportunità di sviluppo per il territorio, con possibilità di traino per l’intero Meridione. Bisognerà supportare, in tal senso, anche espressioni cosiddette minori, ma di grande fascino e tradizione, come l’artigianato d’eccellenza: pastorai, orafi, ceramisti, sartori, liutai, e altri creatori di meraviglie made in Naples.