I dati di consuntivo 2022 sul turismo in Italia elaborati dall’Agi, dicono, tra l’altro, che Napoli e la Campania continuano a guadagnare posizioni. La regione è prima nel sud, settima in Italia. Napoli è il primo comune meridionale, ma solo sedicesimo in Italia, dove ai primi quattro posti ci sono Roma, Venezia, Milano e Firenze. Roma ha chiuso l’anno scorso con un bilancio di 29 milioni 200 mila presenze. Firenze, che è quarta, è molto distante, con 7 milioni 400 mila presenze. Napoli, che pure ha fatto registrare performance notevoli in questi ultimi anni, ha raggiunto 2 milioni 700 mila presenze.
Di fronte a numeri di questo genere, affermare che i margini di ulteriore crescita del capoluogo partenopeo restano molto rilevanti non appare azzardato. Si può avere meno turisti di Firenze, capitale mondiale dell’arte, ma probabilmente si può pensare di raggiungere un risultato vicino ai due terzi di quello fatto segnare dal capoluogo toscano.
Per certi versi, Napoli è accostabile a Venezia o alla stessa Firenze. Per altri, può rincorrere con più efficacia segmenti di turismo come quello congressuale, scientifico, culturale, fieristico, che più la avvicinerebbero a Roma e a Milano.
La condizione perché il piccolo miracolo di questi anni si consolidi ed evolva nel prossimo futuro sta nella capacità di governo a tutti i livelli, delle istituzioni centrali e territoriali, e nel senso di responsabilità della classe dirigente locale più in generale.
Occorre governare e indirizzare il fenomeno turistico, non pensare di ridurlo. Offrire itinerari diversificati, non disincentivare fasce di visitatori per diminuire l’impatto numerico con il capoluogo. Insomma il turismo è ricchezza e, come tale, “si preserva”, non si rifiuta.
Ciò non significa che occorre blandire ogni eccesso e rassegnarsi agli aspetti deteriori dell’overtourism, pur di guadagnare qualche arrivo e qualche presenza in più. Ma il vero nodo sta nella capacità di accoglienza e nei servizi prestati, non certo nella quantità dei flussi, che al massimo vanno fatti crescere soprattutto in certe direzioni (visitatori dalla capacità di spesa media più alta) che in altre.
Le lamentele di questi giorni sulla condotta di diversi tassisti (si spera, abusivi!) che selezionano il turista come un ‘pollo da spennare’, rifiutando di trasportare altri soggetti, confermano che il percorso da fare per migliorare immagine e qualità del mondo che ruota intorno al business dei viaggi è ancora lungo.