Napoli non cessa mai di stupire. È cronaca di questi giorni la vicenda dei giovani vincitori del concorso per 250 vigili urbani assunti a giugno dall’Amministrazione di Palazzo San Giacomo. Entrati in servizio, ma senza divisa! Moltissimi tra loro hanno preferito spendere una settantina di euro per comprarsela, piuttosto che girare in borghese, in quartieri dove già non riconoscono l’autorità costituita, figuriamoci se si presenta in incognito!
Non solo divise, i vigili urbani di Napoli devono spesso provvedere a cinturoni e berrettini, e in tanti casi vanno in strada senza avere ricevuto la pistola d’ordinanza e altri strumenti di difesa, come gli sfollagente.
Interrogato al riguardo, l’Assessore comunale alla Polizia municipale e alla Legalità, l’ex Questore Antonio De Jesu, fornisce risposte, a prima vista, sconcertanti. Grandi elogi per l’attaccamento al Corpo dei Vigili dimostrato dai giovani, finanziatori del proprio vestiario, e rassicurazioni del genere: l’amministrazione ha già (dice proprio così!) bandito la gara per la fornitura generale delle divise e ha individuato anche il soggetto fornitore. Ragionevolmente entro la fine dell’anno avremo le divise.
In pratica, De Jesu non ha alcuna difficoltà ad ammettere che il Comune della terza città d’Italia prima assume i vigili e li mette in strada, solo poi pensa a ‘vestirli’! Ma, a giustificare l’Assessore, è proprio l’anomalia di una città che si è trascinata queste distorsioni per decenni, da anni è rimasta bloccata da condizioni di sostanziale dissesto, e solo in questa consiliatura sta ponendo le premesse (ma il cammino è lunghissimo) per cercare di acquisire i requisiti minimi per aspirare al ruolo di metropoli europea.
A Palazzo San Giacomo da tempo è finita l’epoca delle vacche grasse. Il numero dei dipendenti negli anni scorsi è drasticamente diminuito per il blocco del turnover e le risorse in bilancio non consentivano neppure di venire incontro a bisogni primari. Inquadrate in questo scenario surreale, le affermazioni di De Jesu finiscono per diventare plausibili, anziché risibili. Un sorriso, ma amaro, affiora invece sulle labbra di chi si gira indietro a osservare il passato, fatto di gestioni a volte presupponenti, in altri casi inerti, in anni precedenti ricche di promesse ma poverissime di risultati.
L’Assessore De Jesu, come il Sindaco Manfredi, sanno bene che stavolta non sarà più consentito commettere errori, la posta in gioco è troppo alta per ripercorrere le stagioni dei fallimenti.