Non c’é che dire, proprio una carriera brillante all’ombra del PD che il nostro corregionale Nicola Oddati, politico di “razza” e “uomo delle Istituzioni”, é riuscito a costruirsi, dalla militanza nelle organizzazioni giovanili del PCI alla dirigenza nella Federazione Provinciale di Napoli negli anni 80 e 90, all’ascesa politica come collaboratore stretto di Antonio Bassolino che lo volle Assessore nella Giunta Iervolino. E poi, dopo “l’esilio” politico e il tramonto di Bassolino, eccolo riciclarsi all’ombra di un nuovo “garante” nel partito di via del Nazzareno: il potente Segretario Nicola Zingaretti che lo introdusse nella Direzione Nazionale del PD. Ma poi entra in campo Enrico Letta alla guida dei Democratici ed ecco che Oddati riceve l’incarico nazionale di Responsabile delle “Agorà Democratiche” per allargare il consenso del partito in ogni direzione e in ogni realtà territoriale dello stivale, a partire dalle categorie produttive, professionali e imprenditoriali. E noi possiamo solo immaginare quanto “impegno e quanto interesse politico” ci abbia dedicato in questa attività e soprattutto alla quantità e “qualità” dei rapporti intrecciati in quel periodo nel mondo dell’economia nazionale. Ma non basta: il nostro ex Assessore della Giunta Iervolino decide di candidarsi alle elezioni per Segretario Provinciale del PD di Napoli, nel 2017. Guada caso Il suo sostenitore più accreditato (e sicuramente più interessato alle “doti spregiudicate” del candidato) in quella competizione elettorale tutta interna al PD, fu Vincenzo De Luca, Governatore della Campania con forti interessi ad estendere la sua egemonia sul PD napoletano. Ma quelle elezioni furono invalidate da brogli elettorali (ricorderete le badandi dell’Est Europa e i cinesi in attesa di votare fuori i seggi predisposti dal PD, ed altre amenità di questo tipo). Saltata questa ghiotta opportunità, al nostro Sceriffo di Santa Lucia non rimaneva che portarsi Oddati nel “palazzo” come suo collaboratore particolare. Ed ecco che ritroviamo il nostro “Salernitano” (ancora uno!) niente meno che Responsabile della Sede Istituzionale di Rappresentanza della Regione Campania, nella Capitale. Con l’incarico di Dirigente per i rapporti con la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome d’Italia. Un incarico di notevole importanza che, in vero, non si comprende come non sia stato attribuito ad un Dirigente di Ruolo della Regione, piuttosto che un incaricato a contratto. Poco ci é mancato che De Luca lo nominasse Vice Presidente della Regione. Tanto per offrirgli maggiori opportunità e “campo aperto” per le sue “attività istituzionali” da Roma a Napoli, da Pozzuoli alla Puglia e alla Calabria, insieme ai suoi amici del PD, finiti con lui e l’ex Sindaco della cittadina Flegrea al centro delle “attenzioni” di varie Procure della Repubblica. Ma questi sono argomenti e materie di competenza delle Autorità Giudiziarie e delle indagini che questi Organismi Istituzionali stanno conducendo da alcuni anni su questa ennesima pagina di corruzione in Campania e non solo. Quel che invece preoccupa é il completamento del progetto di riqualificazione di Pozzuoli. Progetto che indiscutibilmente sconterà un imperdonabile ritardo. Intendiamo in queste sue implicazioni definitive di assetto del management da destinare alla gestione turistico-gestionale della rocca del Rione Terra. Cioé a dire, la parte sostanziale del progetto che vedrà un soggetto privato e qualificato diventare partner del Comune di Pozzuoli nelle attività di promozione turistica e culturale del sito di pregio storico-naturalistico. Proprio quell’aspetto fondamentale che le indagini della Procura sono impegnate a far emergere alla luce delle iniziative illegittime di condizionamento delle gare d’appalto per favorire imprenditori compiacenti. E il nostro inossidabile sceriffo cosa dice della scelta di un simile rampollo nel suo variopinto staff politico-dirigenziale? Nessun imbarazzo per questa ulteriore disavventura di percorso? E di questo “filo rosso” di personaggi politici e imprenditori riconducibili tutti al suo partito e che si intrecciano da Napoli alla Calabria e alla Puglia ha forse qualcosa da dire? E la scelta del suo pupillo Oddati, posto nel ruolo di Dirigente della Sede Istituzionale della Regione Campania nella Capitale, quale utilità politico-istituzionale avrebbe potuto avere nelle intenzioni di De Luca? Forse serviva solo a tenerlo in sicurezza a Roma? O quale altro progetto lo sceriffo pensava di attribuire al nostro ex Assessore? Queste sono le cose che piacerebbe sapere ai cittadini campani. Soprattutto a quei cittadini dell’area flegrea che tante speranze stavano riponendo sulla rinascita turistico-culturale di un territorio tra i più ricchi e pregiati di elementi storici, culturali e naturalistici di tutto lo stivale. E dopo oltre 50 anni di attese e speranze tradite, questa triste vicenda di corruttele e gare truccate produrrà inevitabilmente un nuovo blocco delle attività di ricostruzione e rilancio territoriale. Piaccia o non piaccia al Deus ex machina di Santa Lucia.