Il turismo a Napoli e nel Sud ha margini di crescita. Chi demonizza l’incremento dei flussi, preferisce la propria quiete a uno sviluppo portatore di ricchezza per le nuove generazioni. Ma è insensata anche la condotta di chi si illude che il fenomeno del rilancio turistico vissuto in questi anni, soprattutto a Napoli e in Campania, si alimenti da solo, e che anzi si possa agire spinti soltanto da mire speculative e senza alcuna pianificazione.
Gli ultimi dati, che segnalano una flessione di circa il 30 per cento delle prenotazioni nel Mezzogiorno, costituiscono un esempio di come la corsa ai prezzi, l’avidità di certi operatori, possa vanificare rapidamente quanto costruito attraverso lo sforzo di istituzioni e intellettuali, di tour operator e imprenditori illuminati, per rigenerare interesse verso i tesori paesaggistici, storici e artistici del Meridione. Guai a tagliare il ramo dove si è seduti!
Ma non di tratta solo di tariffari spropositati. Chi è costretto a attendere ore per giungere con i trasporti pubblici da Napoli piazza Garibaldi a Posillipo, che valutazione darà dei servizi offerti dalla città ai suoi visitatori? Chi non riesce a salire su un piccolo bus della costiera amalfitana ed è costretto ad attendere speranzoso, in fila sotto il sole, per un’altra mezz’ora prima che arrivi il successivo, quale giudizio maturerà della qualità della sua esperienza di soggiorno?
Se a queste storture aggiungiamo le restrizioni alla mobilità generate da cantieri dai tempi di esecuzione quasi interminabili, il comportamento di certi tassisti che si rifiutano di farsi pagare le corse in base al tassametro, il servizio a dir poco mediocre offerto da linee come la circumvesuviana, le strade disselciate, lo spettacolo inverecondo di cassetti di immondizia, anche quelli della differenziata, sporchissimi e spesso stracolmi, si avrà una percezione approssimativa, ma abbastanza simile al vero, della vastità dei problemi irrisolti.
Servono servizi di informazione capillari per i turisti, tolleranza zero per chi sporca e deturpa, tutela dell’ordine pubblico contro borseggiatori e altri malviventi. Il deficit di attenzione si estende addirittura al turismo d’elite, come evidenzia la carenza di porticcioli per l’attracco della nautica o come ha testimoniato tragicamente la collisione in mare di Furore.
Ai nostri governanti il compito di fare tutto il possibile per adeguare gli standard di accoglienza al livello consono a una grande capitale del turismo mondiale.