La diminuzione della natalità in Italia va contrastata, se non altro per evitare che il sistema pensionistico, di qui a pochi anni, giunga a un livello di insostenibilità. Sulle misure per conseguire l’obiettivo emergono peraltro pareri differenti. Il Governo pare abbia allo studio incentivi fiscali molto incisivi per le coppie che facciano almeno due figli. Si tratta di un provvedimento che avrebbe costi notevoli per le finanze pubbliche, soprattutto in caso di totale azzeramento degli oneri tributari delle famiglie in questione. È tuttavia possibile che una eventuale soluzione ‘mediana’ si limiti a circoscrivere il prelievo fiscale e, soprattutto, a limitare il beneficio ai contribuenti con minore capacità fiscale, quindi alle famiglie a rischio disagio sociale. Si tratta di quei nuclei familiari che effettivamente potrebbero essere frenati nella decisione di mettere al mondo nuovi figli da condizioni economiche tali da non permetterne il mantenimento, e per i quali, dunque, sarebbe legittimo sperare in una maggiore efficacia della misura adottata. Un altro fronte su cui occorre intervenire, caldeggiato da numerosi esperti ed economisti, è quello del welfare. Asili nido, scuole elementari a tempo pieno, strutture pubbliche che accolgano i bambini durante le vacanze estive. Questa tipologia di realizzazioni consentirebbe a tantissime famiglie di poter gestire più agevolmente la figliolanza, venendo incontro soprattutto alle esigenze delle donne lavoratrici. Sono le donne, e in particolare le donne del Sud, a essere le più penalizzate dalla carenza di strutture che affligge il Paese in materia di welfare. Non si tratta dunque di essere ideologicamente contrari all’incentivo fiscale o di sottovalutare l’importanza del welfare. L’errore maggiore, nell’affrontare le questioni, è l’approccio manicheo. Nel caso specifico, se mai, bisogna contemperare le esigenze della finanza pubblica con l’utilizzo mirato degli strumenti concepiti, siano agevolazioni o nuove strutture a supporto delle famiglie. Per quanto concerne le strutture da realizzare, le risorse per lo più non vanno trovate, ma già ci sono. Basti pensare ai capitoli specifici del Pnrr destinati allo scopo e in buona parte non attuati. Ai bandi inevasi e da accelerare per la realizzazione degli asili nido nel Mezzogiorno, ad esempio. Qui non ci sono ‘se e ma’ che tengano. Se le istituzioni territoriali manifestano lacune e persistono con i ritardi, il Governo assuma con autorevolezza la guida delle operazioni e dia al Sud ciò di cui ha sacrosanto diritto!