Presentato oggi l’Indice Internazionale per la Tutela della Proprietà (International Property Rights Index 2024) da Competere.eu e dalla Property Rights Alliance. L’Italia si trova ancora una volta in una posizione poco invidiabile per quanto riguarda la tutela della proprietà, classificandosi solo al 36° posto nell’Indice Internazionale per la Tutela della Proprietà (IPRI) 2024. “Un fattore che scoraggia gli investimenti e rallenta l’innovazione, indebolendo la competitività delle nostre imprese, in particolare delle PMI, che rappresentano l’originalità e la qualità del marchio Made in Italy”, così in una nota Pietro Paganini, analista socioeconomico e Presidente di Competere.eu. “È inaccettabile-spiega- che un paese come l’Italia, noto per la creatività e l’innovazione, non riesca a garantire una tutela adeguata ai diritti di proprietà, soprattutto intellettuale. Questo indebolisce non solo il nostro tessuto imprenditoriale, ma anche il marchio Made in Italy, rendendoci meno attrattivi per gli investimenti internazionali”. E chiarisce “mentre paesi come Finlandia, Singapore e Danimarca guidano la classifica grazie a sistemi legali solidi, che favoriscono la crescita e l’innovazione, l’Italia si colloca dietro paesi come Spagna e Oman, segnalando una chiara necessità di riforme strutturali”. Tuttavia, secondo Paganini non tutto è perduto. “L’Italia mostra segni di miglioramento in ambiti come la protezione di brevetti, marchi e copyright, ma siamo ancora molto indietro rispetto al Nord Europa”, dichiara. “Il vero problema è nella proprietà fisica e nell’accesso al credito, aggravato dalla scarsa applicazione del principio di ‘rule of law’. Se vogliamo che le imprese italiane crescano e si distinguano sul piano internazionale, dobbiamo agire ora”, ha aggiunto Paganini il quale sostiene che “per migliorare la situazione, è necessario un intervento deciso su più fronti: rafforzare il sistema legale, accelerando i procedimenti e intensificando la lotta alla contraffazione, soprattutto nei settori chiave come alimentare, moda e lusso; sviluppare una cultura della tutela della proprietà fin dalle scuole; formare manager e imprenditori sull’importanza strategica della proprietà intellettuale; istituire incentivi fiscali per le imprese che investono nella protezione dei diritti di proprietà; creare un fondo nazionale di difesa legale per le PMI coinvolte in controversie internazionali”. Infine il Presidente di Competere.eu insiste sulla protezione dell’innovazione, il che significa “proteggere il futuro economico dell’Italia. Senza una solida tutela dei diritti di proprietà, saremo sempre un passo indietro rispetto ai Fast Follower che minacciano la nostra leadership nei mercati globali”, conclude Pietro Paganini.