Sul tema del Lavoro e del 1 Maggio interviene con una nota l’avv. Maria Rosaria Pilla, presidente provinciale e vicepresidente generale del Movimento Cristiano Lavoratori: “Maggio è tradizionalmente considerato il mese delle rose, ma il fiore del lavoro ha ancora troppe spine. Non è accettabile che per cogliere la bellezza di un diritto, sancito – non a caso – dall’articolo uno della nostra Costituzione – si possa ancora morire o rimanere gravemente feriti. Mi riferisco, ovviamente, a quelle che con un eufemismo sono chiamate ‘le morti bianche’, le morti sul lavoro. Solo a gennaio 2025 ci sono registrati 60 morti sul lavoro, con un aumento del 33,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”. Pilla ricorda che la sicurezza sul lavoro rimane uno degli impegni prioritari del Movimento, come ribadito da Alfonso Luzzi presidente Mcl dal marzo dell’anno scorso: “Appena eletto all’unanimità, in una intervista rilasciata ad Avvenire, Luzzi ha sottolineato come in un paese civile, non possano morire oltre mille persone l’anno per incidenti sul lavoro. L’Inail chiude ogni anno il suo bilancio con importanti avanzi finanziari ed Mcl si è impegnato a sollecitare un uso dell’utile annuale dell’Istituto previdenziale per la formazione dei lavoratori e delle imprese sulla sicurezza”. Quello delle morti sul lavoro non è l’unico fronte su cui bisogna agire. Nonostante i tanti diritti conquistati, le garanzie delle leggi che tutelano i lavoratori e l’impegno di mezzo secolo dei sindacati, nel 2025 si registrano ancora diverse problematiche che investono la dignità dei lavoratori. “Solo per citare i problemi più scottanti – prosegue Pilla: la disoccupazione, il lavoro nero, il lavoro sottopagato, le differenze di genere nel trattamento lavorativo, i ritmi di lavoro di certe multinazionali delle vendite on line e dei corrieri, l’assenza di un accordo sul salario minimo, sono questioni che vanno affrontate. E poi le serrande che si chiudono, il piccolo commercio che scompare. Su quest’ultimo fronte, ciascuno può fare la sua parte sostenendo le piccole economie di quartiere”. Inoltre, sta diventando drammatica la situazione di povertà che riguarda cinque milioni e mezzo di persone “Cui si aggiungono – come ha ricordato Luzzi – quasi tre milioni di lavoratori che, guadagnano meno di mille euro al mese e rappresentano quasi un quarto delle famiglie italiane”. Per la vicepresidente generale del Movimento Cristiano Lavoratori occorre ricordare il lungo impegno di papa Francesco, intervenuto più volte, con parole esplicite, in tema di dignità dei lavoratori. “I suoi riferimenti – scrive Pilla – sono tanti, dalle omelie alle feste dei lavoratori, basterà citare, in estratto, tre brevi riflessioni tratte da altrettante encicliche. Nell’Evangelii Gaudium scrive: ‘L’economia dell’esclusione e dell’iniquità uccide. Non è possibile che il lavoro sia considerato una merce e che la dignità delle persone sia sacrificata sull’altare della competitività’. In ‘Fratelli Tutti’, il Papa parla del lavoro come di ‘Un’espressione della dignità umana. È necessario garantire a tutti la possibilità di un lavoro degno, libero e creativo, che permetta di costruire una società più giusta’. Persino nella ‘Laudato Si’’, incentrata com’è noto sulla tutela ambientale e la bellezza del creato, ritorna con forza il primato della dignità dell’essere umano: ‘Il lavoro – scrive papa Francesco – dovrebbe essere il luogo di una crescita personale, dove si sviluppano capacità e si costruiscono relazioni. Non possiamo accettare un’economia che distrugge il lavoro e crea nuove forme di schiavitù’. Il Movimento Cristiano Lavoratori non è un’agenzia di collocamento, né ha il potere di creare occupazione, ma si impegna quotidianamente e su diversi fronti per ribadire che il lavoro non può essere ridotto a profitto sfrenato, merce di scambio e logica del guadagno. Rimangono saldi i riferimenti al magistero sociale della Chiesa e l’invito rivolto a ogni cristiano, ma anche a laici e non credenti, a tener presente che il lavoro ha in sé una dimensione spirituale: “Il lavoro non è soltanto un mezzo per guadagnarsi da vivere – conclude Pilla – ma un’opportunità, un modo per collaborare alla costruzione del bene comune, ovvero di un mondo più giusto e fraterno”. I colossi dell’industria, grandi e piccole aziende, imprenditori, cooperative, artigiani, possono fare la loro parte per una società più equa: “Anche su questo fronte, presto annunceremo novità. Intanto, che la rosa del lavoro possa tornare a sbocciare, restituendoci il suo autentico profumo senza ferite, decorticata delle sue troppe spine”.