Il Sindaco di Napoli e della Città Metropolitana, Gaetano Manfredi, ha ricordato, nel corso di un dibattito, l’incredibile scoperta fatta pochi giorni dopo aver essere entrato in carica: nessuno aveva pensato a progettare e realizzare un deposito per i treni della linea 6 della metropolitana di Napoli, che dovrebbe collegare Fuorigrotta con San Ferdinando. Ingaggiò allora una corsa contro il tempo per non perdere 300 milioni di fondi europei e riuscì a metterci una napoletanissima ‘pezza’, tanto che, secondo impegni ribaditi in occasione dello stesso dibattito, la linea entrerà in funzione nel giugno dell’anno prossimo. Sempre nel corso del 2024, i treni nuovi della linea 1 dovrebbero raddoppiare, passando da sei a dodici, e sarà aperta la stazione del Centro direzionale, mentre per Capodichino bisognerà attendere fine 2025.  Nella stessa giornata in cui si svolgeva l’incontro, il Direttore Generale di Anm, Francesco Favo, rendeva nota una nuova emergenza: per la metropolitana mancano una sessantina di macchinisti. Si stanno esplorando e attivando diverse strade per completare gli organici: concorsi, rientro di macchinisti napoletani operanti in altre città, formazione e qualificazione di autisti su gomma Anm. Anche questa è una corsa contro il tempo. Chi ha la ventura di utilizzare la Linea 1, riferisce che i tempi di attesa, dopo l’immissione dei sei nuovi treni, si sono ridotti, ma non al punto di evitare soggiorni in piattaforma perfino di sedici minuti. La sensazione è che dipenda dai conducenti, più che dalla disponibilità dei treni.  Viene da chiedere al Sindaco se quel deficit di programmazione, che egli stesso ha riscontrato in maniera eclatante per la vicenda del deposito, non continui a pesare come un macigno sulle istituzioni e sulle aziende pubbliche dell’area napoletana. È possibile che, pur sapendo da anni del piano di potenziamento dei trasporti pubblici, ancora una volta ci si sia ridotti all’ultimo momento per renderlo fruibile per la collettività? Chi leggeva delle tragicomiche vicissitudini dei nuovi treni della Linea 1, tra incidenti nelle prove e ritardi abissali delle autorizzazioni rilasciate da Ansfisa, l’Agenzia nazionale preposta a questi via libera, non riceveva mai informazioni sull’indispensabile, correlativo piano di potenziamento degli organici dei macchinisti. Il motivo sta nell’allarme di Favo: ci hanno pensato seriamente solo adesso. La programmazione, questa sconosciuta, a Napoli lascia posto alla saggezza popolare: “Campa cavallo…”.