Nell’informazione parcellizzata dell’epoca dei social, bisognerebbe fare attenzione a non giocare con le cifre. Se la Germania è in recessione e la Francia arranca, sottolineare che il Mezzogiorno cresce quattro volte più delle due nazioni messe insieme, come ha fatto la Cgia di Mestre, non ha senso. Serve per un titolo clamoroso, per attrarre l’attenzione, ma non evidenzia il dato più importante che emerge dall’analisi dell’andamento del Pil in Italia. Lo stesso report, infatti (ma per saperlo bisogna leggere tutta la nota, non fermarsi al titolo!) ci informa che nel 2023 la Lombardia crescerà dell’1,29%, il Veneto dell’1,24%, il Trentino-Alto Adige dell’1,23%, il Lazio dell’1,18%, il Piemonte e la Valle d’Aosta dell’1,17%. E il Mezzogiorno che ‘cresce più di 4 volte Francia e Germania messe insieme? Chiude la graduatoria, con Campania al +0,86%, Molise a +0,84%, Basilicata a +0,82%. Domanda: ci dobbiamo preoccupare? Risposta: sì! Perché negli anni del Pnrr il distacco tra Sud e Nord non solo non si riduce, ma si aggrava! Domanda: ma se il Nord ci trainasse, dandoci le briciole di una grande ripresa economica? Risposta: ma quale traino e traino! Il titolo più veritiero e allarmante è quello del 24 Ore, prima pagina, del 20 agosto: Europa sull’orlo della recessione. Lungi da noi fare del disfattismo, ma le conseguenze della crisi economica continentale si stanno facendo sentire anche in Italia, con un Pil in calo dello 0,3% nel secondo trimestre. Domanda: ma allora cosa possiamo fare, se la crisi è europea? Risposta: far seguire una serie di fatti concreti alla linea annunciata dalla Premier Meloni: puntare sul Mezzogiorno. Deve crescere più di 4 volte come titola la Cgia di Mestre, ma rispetto al resto del Paese! Il Sud, con le sue grandi potenzialità non sfruttate, può essere l’arma italiana per contrastare la crisi in Italia e in Europa.