Pyongyang – Cresce in maniera esponenziale la preoccupazione in Corea del Nord, dove nonostante il grande sfarzo del nucleare e della millantata grande potenza militare, il Paese muore letteralmente di fame. Secondo gli esperti si tratta della più dura crisi alimentare anche peggio di quella degli anni ’90 del secolo scorso quando si contarono circa 3 milioni di morti. Il problema peggiore per Pyongyang è l’isolamento e la chiusura dei confini che negli ultimi tre anni hanno aggravato in maniera esponenziale la situazione già difficile. Già prima della pandemia, infatti, secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura circa la metà del Paese era denutrita. Secondo gli esperti occidentali l’attuale approvvigionamento alimentare è complicato anche soltanto per soddisfare le esigenze minime: i dati commerciali e le immagini satellitari, oltre alle valutazioni delle Nazioni Unite e delle autorità sudcoreane, concordano su quest’aspetto. Il problema non riguarderebbe soltanto le fasce più basse della popolazione, ma un po tutti anche quelli con tenore di vita buono. L’isolamento internazionale anche per colpa del dittatore complica ancora di più la situazione anche in considerazione dell’impenetrabilità in un sistema socialista marxista di vecchissimo stampo.