NAPOLI – Non riusciamo proprio a comprendere lo stracciarsi le vesti e le lamentazioni di quanti, a partire dal Sindaco di Napoli, considerino quasi irriguardoso e oltremodo fasullo il dato pubblicato dal quotidiano Sole 24 ore sulla qualità della vita di Napoli e della la sua provincia. Certo, la città capoluogo della Regione Campania ha visto pochi mesi or sono la squadra di calcio vincere il campionato nazionale. Il che ha fornito non poche occasioni di visibilità e contribuito all’incremento esponenziale dei flussi turistici in città. E da quei momenti felici per i tifosi e l’intera città tinta di azzurro, si è automaticamente riscoperta la meravigliosa e per troppi versi degradata città d’arte e immediatamente attivata una corsa frenetica a riscoprire i tanti luoghi incantevoli e quei monumenti unici e di enorme pregio storico ed architettonico, magari malridotti o letteralmente abbandonati al più vergognoso oblio. Non é forse vero tutto questo? Non é vero che solo per la volontà ferrea di un nostro concittadino giunto nei palazzi romani del Ministero della Cultura si é finalmente deciso di ristrutturare Palazzo Fuga (o ex albergo dei poveri, fatto costruire dai Borboni e lasciato marcire sino ad oggi, denotando una ignoranza e una strafottenza indicibile a partire dal Comune di Napoli che ne detiene la proprietà?) E non é altrettanto vero che lo stesso simbolo della città, Il Maschio Angioino, che versa in condizioni di precaria agibilità e sicurezza, sarà ristrutturato con fondi del Ministero della Cultura grazie ad un cospicuo finanziamento messo a disposizione dall’attuale Ministro della Cultura? E che dire della proposta di realizzare al Vomero un nuovo polo museale della collina cittadina, che annoveri il Museo di San Martino, la Floridiana, Castel S. Elmo in un unicum culturale ed espositivo autonomo, per rilanciarne immagine e potenzialità culturali e turistiche. Con lo scopo evidente di ampliare l’offerta cittadina e differenziare l’attrazione e l’appeal culturale di una zona della città di grande pregio, anche naturalistico e ambientale. E potremmo continuare ancora a lungo elencando beni storici, archeologici, architettonici di cui Napoli é fortunatamente ricca. Beni abbandonati, trascurati o inutilizzati per incuria e ignoranza intollerabile. E’ il caso di Palazzo Penne ( adiacenze piazza della Borsa) di proprietà della Regione Campania; il Convento di San Francesco (ex Sede della Pretura di Napoli in Porta Capuana di proprietà del Demanio); La stazione della prima Linea ferroviaria italiana “Napoli-Portici” in Corso Garibaldi (La storica Stazione Bayard, dal nome dell’ingegnere progettista); Il complesso architettonico “Leonardo Bianchi” ex ospedale psichiatrico di Calata Capodichino, di proprietà dell’ASL NA1. Struttura costruita in stile Umbertino agli inizi del 1900, dotata di oltre 50 palazzine (ex degenze) e 33 padiglioni che ospitavano attrezzature sanitarie, ambulatori, sale operatorie, oltre ad uffici, mense, luoghi di aggregazione e palestre, per un edificato di oltre 85 mila metri quadri coperti. E completamente abbandonati. Così come rimangono abbandonati i 22 ettari di verde, prevalentemente curati a bosco, che circondano l’intero ex complesso ospedaliero cittadino. Ritenete voi che un simile tesoro ambientale e architettonico non possa trovare migliore utilizzazione pubblica e rimanere ancora abbandonata e inutilizzata? E che dicono i proprietari pubblici ( ASL e REGIONE CAMPANIA) di simili tesori di arte e cultura dimenticati e abbandonati colpevolmente? Tranquilli cari lettori, non dicono nulla! Tranne dolersi per lo scivolamento della città di Napoli di altre 7 posizioni rispetto al 2022 nella speciale classifica del quotidiano economico. Classifica che ad ogni buon conto posiziona la nostra città al terz’ultimo posto in graduatoria tra le 107 province italiane (posto 105°, seguita solo da Caltanissetta e Foggia, fanalino di coda delle province italiane).
Ma quanti e quali sono gli indicatori utilizzati dal prestigioso quotidiano per stilare la graduatoria della “qualità di vita” delle province Italiane?
Diciamo subito che sono ben 90 indicatori quelli che vengono presi in esame per redigere la “nostra” lista. E che i dati vengono forniti al Sole 24 ore da Istituti di studi e ricerca accreditati ed autorevoli. A partire dall’ISTAT, passando per l’ABI e Nomisma e tanti altri ancora di rilievo nazionale.
Tra questi indicatori spiccano tra i numerosi altri : giustizia e sicurezza; ricchezza e consumi; demografia e società; servizi e trasporti; qualità della vita di bambini, adulti, donne e anziani . A noi basta analizzare questi ultimi per comprendere “lo stato dell’arte”:
Il parametro Giustizia e sicurezza ci “rifila” il penultimo gradino in Italia nella graduatoria dei reati di “strada” (furti, rapine e scippi). La terz’ultima posizione in ordine ai furti d’auto e riciclaggio di danaro, con incremento della criminalità predatoria.
Inoltre i tempi della giustizia in città risultano vergognosamente biblici: se mediamente in Italia occorrono 291 giorni per completare un processo civile, a Napoli ne occorrono 409. E questo si porta dietro tutta la scarsa fiducia che si avverte rispetto al comparto della giustizia. Con quel che ne consegue.
Il parametro ricchezza e consumi analizza il basso livello di spesa per i beni durevoli come la casa e gli scarsi investimenti delle famiglie. Poi il numero di percettori dell’ex reddito di cittadinanza al netto delle frodi (ancora in via di individuazione completa!) che pone Napoli al vertice della scala di assegnazione del beneficio (legittime o meno). E ancora l’elemento protesti pro-capite. A Napoli i dati dell’ABI confermano il 4,6% del capoluogo campano contro la media nazionale del 2,8% di protesti.
Il parametro demografia e società certifica che Napoli e la sua provincia si attesta intorno ai 2500 cittadini residenti per chilometro quadrato di territorio. Mentre la media nazionale é di 264 abitanti. Ciò incide negativamente sulla qualità della vita per il sovraffollamento, le coabitazioni e caos abitativo, le platee scolastiche sopra numerarie, il disagio sociale, etc.
Il parametro servizi e trasporti analizza lo stato dei servizi pubblici delle città a partire dal servizio di rimozione dei rifiuti; il sistema di recupero dei rifiuti riciclabili, il funzionamento del sistema, costo ed efficienza. Le ore di apertura dei servizi municipali e le performance; la polizia locale; i servizi cimiteriali; in genere tutti i comparti tecnico amministrativi delle città capoluogo di Provincia. Con essi viene anche analizzato il sistema dei trasporti urbani e provinciali, gli investimenti di settore, i tempi necessari all’ammodernamento delle flotte. Le performance o le negatività di sistema. E’ nostro dovere segnalare (con pudore e senza volontà di infierire) la catastrofe dei dati relativi a questo parametro per la città di Napoli e per il suo sistema dei trasporti a dir poco deficitario.
Il parametro qualità della vita di adulti, bambini, donne e anziani lo abbiamo lasciato per ultimo. Poche sono le considerazioni da farsi. Purtroppo. Basterà solo dare i dati definitivi della ricerca del Sole 24 ore e indicare il “gradino” raggiunto dalla città di Napoli in tema di qualità della vita per i bambini : 102 esimo posto su 107 città capoluogo. Qualità della vita degli adulti: 105esimo posto su 107 città capoluogo. Qualità della vita per gli anziani: 88esimo posto su 107 città capoluogo e dulcis in fundo, qualità della vita per le donne: 107esimo posto su 107 (ULTIMO DELLA RILEVAZIONE SOLE 24 ORE) tra i comuni analizzati dalla indagine del quotidiano.
Con queste premesse sarebbe consigliabile, oltre che opportuno, che si smettesse con il vergognoso e lagnoso vittimismo degli amministratori locali (Sindaco e Presidente della Regione in primis) che contestano dati incontrovertibili e ben noti a tutti i napoletani. Amministratori pubblici in testa. Si faccia piuttosto autocritica e ci si rimbocchino le maniche. Benedicendo piuttosto la favorevole e auspicabile sinergia con il Governo Nazionale per le innumerevoli iniziative promosse in città in questo ultimo anno. Iniziative di promozione culturale e, nel contempo, individuazione di risorse nazionali per la manutenzione e il riuso di edifici di pregio storico-architettonico, di cui c’é bisogno assoluto. Una attenzione dell’Esecutivo per la città di Napoli mai registrata in passato, che può solo arricchire la città, proprio in questo momento drammatico certificato senza appello dall’indagine del Sole 24 ore.