NAPOLI – Napoli non è solo, nell’immaginario collettivo, la patria di Pulcinella, della pizza e dei mandolini, ma è anche e soprattutto una città di mare, con la baia più bella del mondo, a detta di tanti. E proprio in questa spettacolare insenatura che ha come dipinto sullo sfondo l’imponente vulcano Vesuvio, esistono tutta una serie di moli che insieme rappresentano la grande ed antica cultura del mare. Perché come cantava il grande Pino Daniele, “chi tene ‘o mare ‘o ssaje porta ‘na croce” ed in questo caso la croce di Napoli è proprio il mare che bagna la città, vilipendiato e depredato per secoli, ma che adesso diventa il plusvalore dell’economia turistica grazie all’incredibile indotto che vi gravita intorno. “Riscoprire i moli della nostra città – esordisce Gianni Lepre, economista e consigliere del ministro della Cultura – è non solo un tuffo nella storia, ma anche la volontà di riqualificare e promuovere angoli suggestivi del nostro territorio”. Il noto economista ha poi continuato: “L’accordo stipulato qualche settimana fa tra il Comune di Napoli e il Ministero della Difesa per la concessione in uso di una parte dell’area della base navale di Napoli per la realizzazione della passerella pedonale sul Molo San Vincenzo è un momento importante di ricongiunzione tra la città ed uno dei suoi luoghi più incantevoli”. La finalità dell’accordo è quella di trasformare il Molo San Vincenzo in uno spazio di incontro e aggregazione, capace di promuovere il turismo, anche internazionale, in un’ottica di sviluppo sostenibile dell’economia locale. Su questa svolta il prof. Lepre ha ribadito: “la restituzione ai napoletani, oltre che ai turisti, della possibilità di godere di uno degli scorci più suggestivi del territorio, che si affaccia e quasi si proietta sul mare, costituisce di per sé una conquista. Per troppo tempo questa meraviglia è stata preclusa al pubblico”. Lepre, che tra le altre cose è presidente della Commissione Economia della Cultura del Consiglio Nazionale dell’ordine dei Dottori Commercialisti ha poi concluso: “L’attesa è anche che che il molo possa essere riconfigurato come approdo per un turismo nautico di alto livello. Napoli deve saper cogliere le miriadi di opportunità che nascono dalle sue risorse. Il nostro grande patrimonio deve essere l’eredità che noi lasciamo alle generazioni future”.