Napoli e il Mezzogiorno d’Italia sono fondamentali nell’idea di sviluppo condiviso delle aree del Mediterraneo, quelle come la città partenopea che genera un turismo oggi triplicato rispetto all’era pre covid. Ce lo ha sempre ricordato e continua a farlo l’economista Gianni Lepre, consigliere del ministro della Cultura Sangiuliano con delega al made in Italy: “Oltre a essere area centrale per i corridoi energetici, basti pensare al progetto Eastmed o anche al raddoppio del Tap, il Sud è destinato a essere hub mediterraneo di sviluppo di fonti energetiche rinnovabili; ma questo non lo dico solo io da tempo, ma lo ha addirittura certificato il ‘Libro bianco sul Mezzogiorno’ a cura di The European House Ambrosetti in occasione del forum Verso Sud”. In effetti, dopo che l’Italia e buona parte dell’Europa si è liberata del lazzo russo sul gas, si è aperta una nuova stagione nella quale il Mediterraneo diventa un enorme hub industriale dove coltivare la definitiva indipendenza dell’Europa dalle fonti energetiche insanguinate provenienti da est. Per questo lo sguardo è stato rivolto a sud del mondo. “Il meridione d’Italia, nel suo insieme – continua il noto economista che tra l’altro è presidente della Commissione Reti e Distretti d’Impresa di ODCEC Napoli – rappresenta la terza regione più attrattiva tra i 22 Paesi del Mediterraneo, cosa che tradotta in numeri sta a significare che qui si produce il 39,1% di tutta l’energia rinnovabile prodotta in Italia se consideriamo il 2022”. “Ovviamente – ricorda il prof. Lepre – ci sono margini di crescita notevoli per utilizzare fonti come energia eolica e solare. Bisogna però investire nel potenziamento dei corridoi che collegano l’Italia e il Sud, privilegiando infrastrutture in grado di incorporare nel medio periodo l’idrogeno verde”. Il prof. Lepre ha poi rimarcato: “Altra grande carta da giocare è l’economia del mare, che al Sud conta più di 110 mila imprese, il 48,8% del totale nazionale, più di 332 mila occupati, in numeri il 36,4% del totale nazionale, e genera 15,7 miliardi di euro di valore aggiunto, in pratica il 30% del totale nazionale. E’ scontato che alle istituzioni centrali e locali è demandato il compito di mettere a frutto queste grandi potenzialità per rilanciare il Mezzogiorno, mettendo a regime quello che già esiste in quella famosa agenda per il Sud, ma soprattutto facendo sintesi tra lo straordinario lavoro del governo Meloni, e la gestione territoriale delle regioni”.