L’annuncio del Ministero degli Affari Esteri all’evento nel Real Albergo dei Poveri “in primavera la città ospiterà un nuovo grande evento Unesco”
Il Real Albergo dei Poveri di Napoli è stato il cuore pulsante di una giornata di confronto e ispirazione dedicata alla creatività mediterranea.
L’evento, promosso dal Comune di Napoli, ha riunito istituzioni, esperti e cittadini per discutere i temi centrali dello sviluppo sostenibile, della valorizzazione dell’artigianato e del patrimonio culturale. Emerge una visione condivisa che intreccia tradizione e innovazione come pilastri del rilancio economico e sociale della città.
L’Assessora al Turismo e alle Attività produttive, Teresa Armato, ha evidenziato il valore simbolico e strategico del Real Albergo dei Poveri: “Questo luogo rappresenta un antico splendore, una capacità di inclusione e attenzione ai più deboli che, per decenni, è stato offuscato dal degrado e dall’abbandono. Oggi, però, è un simbolo di rigenerazione e rilancio, grazie alle azioni concrete avviate dal Comune e supportate anche a livello nazionale.”
Armato ha sottolineato come il turismo sia una leva fondamentale per la valorizzazione dell’artigianato: “Napoli vive un momento magico dal punto di vista turistico. Milioni di visitatori ogni anno scelgono la nostra città per incontrare l’identità di Napoli, la nostra ‘napoletanità’. Questo straordinario flusso di persone può e deve essere un volano per lo sviluppo del nostro artigianato, espressione autentica della nostra cultura.”
Paolo Andrea Bartorelli, rappresentante del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ha celebrato il successo internazionale di Napoli: “Ancora oggi a Parigi e in tutti gli organi dell’UNESCO si parla dello spirito di Napoli dopo l’evento dello scorso anno”. Bartorelli ha inoltre anticipato: “Il desiderio di celebrare Napoli come paradigma di successo per l’artigianato e le tradizioni locali porterà a una seconda edizione del grande evento UNESCO, prevista tra la primavera e l’inizio dell’estate.”
Laura Lieto, Assessora all’Urbanistica del Comune di Napoli, ha descritto il percorso di candidatura come un motore per costruire comunità: “Questo percorso è una conversazione pubblica, un processo di scambio e confronto che dà vita a comunità attraverso il dialogo e la collaborazione.”
Lieto ha posto l’accento sulla necessità di una nuova visione industriale: “Napoli, la più grande città del Mezzogiorno, deve poter vivere una nuova visione industriale, basata su un manifatturiero leggero che valorizzi le caratteristiche uniche del nostro territorio.”
Maria Grazia Falciatore, Capo di Gabinetto del Comune di Napoli, ha sottolineato: “La capacità di conservare e adattare il nostro patrimonio identitario può essere la chiave per far vivere il territorio stesso attraverso la voce dei suoi artigiani e della loro capacità di saper fare.” L’intervento ha messo in luce come il legame tra cultura, tradizioni e innovazione possa diventare un motore per lo sviluppo sostenibile e il rilancio economico della città.
Mario Parlagreco, Direttore dell’Agenzia del Demanio, ha spiegato: “Siamo passati da una visione tradizionale dell’architettura e progettazione degli asset pubblici a una coprogettazione partecipata, che mira a rendere gli spazi accessibili e multifunzionali.” Ha citato esempi di successo come il progetto di rigenerazione del Palazzo Fondi e il piano per il colonnato di Piazza Plebiscito, accanto al progetto del Complesso di Trinità delle Monache, evidenziando l’obiettivo di restituire vita ai luoghi storici attraverso un mix di destinazioni compatibili: “L’artigianato, il design e la cultura saranno al centro di un circuito dinamico che valorizzi il patrimonio pubblico in chiave contemporanea e sostenibile”.
Mario Turetta, Capo del Dipartimento per le Attività Culturali del Ministero della Cultura, ha sottolineato l’importanza dell’artigianato napoletano come pilastro dell’identità culturale e del rilancio territoriale: “Il patrimonio artigianale napoletano rappresenta una delle espressioni più autentiche della cultura locale. Gli artigiani di questa città sono conosciuti per il loro spirito resiliente e la capacità di preservare e tramandare il saper fare, anche nelle situazioni più difficili.”
Turetta ha messo in evidenza il ruolo cruciale delle botteghe artigiane come luoghi di memoria e innovazione: “Le botteghe non sono solo spazi di produzione, ma veri e propri custodi di tradizioni che si perpetuano di generazione in generazione. Dai coralli del popolo greco al cucito sartoriale, fino all’arte della ceramica, questi settori incarnano l’identità unica di Napoli e ne rappresentano un valore inestimabile.”
La giornata al Real Albergo dei Poveri ha dimostrato come Napoli sia un laboratorio vivo di tradizione e innovazione, capace di coniugare passato e futuro e di saper fare rete.
Le dichiarazioni dei relatori hanno tracciato una visione chiara: il patrimonio culturale e artigianale della città non è solo un’eredità da custodire, ma una leva strategica per il rilancio economico, sociale e turistico.
Con iniziative come questa, che vedono protagoniste realtà rappresentative dell’artigianato artistico locale (Le botteghe di San Gregorio Armeno, Consorzio Antico Borgo orefici e Scuola Orafa La bulla, Associazione Le Mani di Napoli, Chiroteca Rete di Impresa, Polo delle Arti Caselli Palizzi, Stazione Sperimentale Pelli, Cooperativa sociale Fatto@scampia, associazione L’altra Napoli, Fondazione Made in Cloister, cooperativa sociale Dedalus), in sinergia anche con Casa delle Tecnologie Emergenti, Napoli si conferma capitale del Mediterraneo in chiave creativa, innovativa e sociale, pronta a scrivere nuovi capitoli di successo sulla scena internazionale.