Applausi, prego al più bel Napoli di stagione. Alla sua straordinaria partita, di testa e di cuore per novanta e passa minuti che, comunque vada, passeranno alla storia della stagione di ricostruzione. Contro l’ Inter sono stati 90′ di cuore in gola dopo il vantaggio nerazzurro giunto al minuto 22 grazie ad una punizione deliziosa battuta da Di Marco che è finita come una stella filante nel sette alla destra di Meret. Ma la squadra non s’è persa d’ animo e ha ripreso subito a giocare da prima della classe contro i campioni d’Italia con intensità e grinta che nelle ultime gare sembravano svanite. Un peccato subire gol su palla inattiva nata da un fallo forse ingenuo di Gilmour, buona la sua prova atleticamente e tatticamente, sempre pronto ad aiutare Lobotka in fase di non possesso, spesso uscendo su Bastoni quando il nerazzurro si proponeva. Conte aveva preparato una squadra che non desse spazio e campo ai centrocampisti nerazzurri per isolare il più possibile le giocate in favore di Lautaro e Thurman. Il piano tattico è riuscito alla perfezione e l’ Inter, nonostante il vantaggio trovato, ha sempre faticato moltissimo a servire i suoi bomber spesso costretti a rientri notevoli per poter giocare qualche pallone. Il Napoli, di converso, usciva benissimo sulla corsia di destra dove Gilmour e Di Lorenzo spesso aiutavano Politano, alla continua ricerca dell’ uno contro uno per creare superiorità e crossare palloni buoni per un attivissimo Lukaku e un Raspadori ispirato anche se confusionario nel momento decisivo. L’ equilibrio sostanziale dei primi 45 minuti era stato interrotto,insomma, solo dalla punizione di Di Marco mentre il Napoli aveva impensierito Martinez al 34′ con Lukaku che su lancio di Gilmour tirava sull’ esterno della rete e poi al minuto 45 con Raspadori che,dopo un’ azione sulla sinistra di Spinazzola, serviva Lukaku la cui girata in porta trovava il ginocchio salvifico di Bastoni per l’ennesimo calcio d’angolo a testimoniare la maggiore “fame” del Napoli per riprendersi risultato e partita. Sugli spalti in molti erano i tifosi che si chiedevano quale squadra sarebbe rientrata in campo, memori degli ultimi deludenti secondi tempi, che sono costati almeno 7 punti nelle ultime quattro gare.
Questa volta però i propositi di intensità e aggressività rimasti negli spogliatoi a Roma e a Como sono diventati il leit motiv della squadra che ha piegato la partita dalla propria parte con pazienza, intelligenza e applicazione infinita anche da parte di un Conte sollecito al massimo nell’ incitare i suoi. Mentre Inzaghi sostituiva prima gli acciaccati Calhanoglu e Di Marco con Zielinski e Pavard (6′), Conte nel voler dare più spinta alla manovra inseriva prima Okafor per Raspadori( 32′) e subito dopo Billings per Gilmour (34′). La pressione degli azzurri, sempre più asfissiante, portava il tecnico neroazzurro a inserire anche De Vrij e Frattesi al posto di Bastoni e Mkhitarian nel tentativo di alzare il baricentro e rafforzare la difesa con centimetri importanti per aiutare Acerbi sulle palle alte dove la stazza di Billings creava preoccupazione con Lukaku ancora in campo. Sembrava stregata la porta di Martinez, salvatosi al minuto 30 da un siluro di Mctominay e poi con una serie di batti e ribatti in un ‘area affollata di maglie azzurre. Questa volta però la dea Eupalla rendeva giustizia di quanto visto nel secondo tempo. Minuto 42, Lobotka s’inventava una discesa da slalomista e “vedeva” con la coda dell’ occhio l’ inserimento di Billing in area che tirava di prima trovando la respinta d’istinto di Martinez che però finiva nuovamente nel raggio dell’ ex Bournemouth lesto a ribattere in rete per un pareggio meritatissimo. Con un secondo tempo sontuoso viene da chiedersi cosa sia successo a Como… Forse le tre volte in cui il Napoli ha giocato i lunch match domenicali non sono certo propizi come orario alla squadra che ha vinto ad Empoli col minimo scarto e in difficoltà e poi ha perso due volte contro Atalanta e Como. Caso strano l’ Inter è l’ unica squadra tra quelle di testa che non ha sin qui mai giocato alle 12,30 di domenica. Resta negli occhi comunque la prestazione della squadra. È stato un Napoli solido, potente, concentrato in grado di dettare i tempi di gioco e la manovra con autorevolezza e personalità. Una risposta importante per chi credeva ad una flessione atletica e mentale del gruppo. Conte lo ha rimarcato con piacere. Contro la Fiorentina domenica riprenderá la caccia al primato.
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