Niko Mucci –  Musicista pluristrumentista, poeta attore e regista, formatore teatrale. Inizia la sua carriera come cantautore già da giovanissimo, negli anni 70, dopo alcune esperienze teatrali approda alla formazione che precede la Smorfia e lavora per un anno e mezzo con Massimo Troisi e Lello Arena. Lavora poi con la compagnia De Li Cunti, di cui è fondatore per una ricerca etnomusicale che per otto anni lo impegna in tournée nazionali ed internazionali per affermare la sostanziale unità della cultura popolare del sud Italia. .Successivamente si dedica alla prosa e collabora con varie mansioni e compagnie teatrali fra gli altri Luigi De Filippo , Roberto De Simone , Mico Galdieri , Franco Però, Renato Carpentieri , con questo ultimo vive per un ventennio l’esperienza di spettacoli di rilievo nazionale. Negli ultimi anni si è impegnato nel campo della regia teatrale e in quello della didattica per la formazione teatrale. Ha scritto vari testi teatrali, ed ha pubblicato sei raccolte poetiche, un disco di musiche e canzoni di sua composizione per il teatro. E’ stato impegnato in piccoli ruoli in dodici film, diversi cortometraggi ed ha partecipato a serie televisive di successo : Gomorra 2, I bastardi di Pizzofalcone , Il sindaco pescatore.
Come ha scoperto la Sua passione per la recitazione?
<< Da liceale frequentavo a Torre Del Greco il Teatro nel Garage dove operava una compagnia storica LIBERA SCENA ENSEMBLE diretta da Gennaro Vitiello una delle prime realtà di teatro di ricerca in Campania negli anni 70. Rimasi affascinato da quegli spettacoli, mai immaginando che quasi 40 anni dopo sarei
entrato a farne parte. Avevo già cominciato ad esibirmi come cantautore prima e poi come membro del gruppo da cui nacque la Smorfia , lavorando per due anni con Lello Arena e Massimo Troisi né i Saraceni, poi la musica e la passione mi spinsero a collaborare con varie realtà e principalmente a inizio anni ottanta
con la compagnia de i Rinnovati che a Portici gestiva l’omonimo teatro. Iniziando con varie mansioni a occuparmi di prosa e debuttando come attore di teatro nel 1981 con un testo di M. de Ghelderode e poi Lorca e molti altri >>
C’è stato un momento specifico in cui ha deciso di intraprendere la carriera di attore e regista?
<< Non riesco a identificare un momento preciso per la scelta definitiva , facevo teatro , studiavo all’ Università (sono un agronomo, braccia tolte alla agricoltura) ma forse alcuni avvenimenti del 1983 , furono determinanti , già avevo lavorato per 7 anni in un gruppo di musica popolare che faceva anche rappresentazioni teatrali di origine folklorica, ma da quell’anno con quella che sarebbe diventata da lì a poco mia moglie, ci rendemmo conto che l’impegno andava oltre la passione e diventava un lavoro che impegnava assieme o separati il 100 per cento tutto il nostro tempo (Sposati nel 1987 quell’anno lo
passammo piu in teatro che nella nostra nuova casa) >>
Quali sono stati i maestri o le esperienze che hanno maggiormente influenzato il suo percorso artistico?
<< Nel nostro primo teatro operava Raffaele Ferrara un professore di liceo , con grandi capacità didattiche , che intuì in Nunzia capacità oltre il canto e sì prestò a formarla con numerose lezioni di tecnica e teoria teatrale , io guardavo e imparavo , successivamente miei maestri sono stati soprattutto Renato Carpentieri col quale ho collaborato come assistente alla regia e attore dal 1995 sino al 2011 e poi tante altre figure di spicco da cui imparavo standogli a fianco , Franco Però, Roberto de Simone e Mico Galdieri produttore e
regista , amici registi Carlo Cerciello , Davide Iodice ma anche colleghi come Isa Danieli , Massimo Foschi, da tutti ho sempre imparato qualcosa >>

Come descriverebbe il suo stile registico? C’è un filo conduttore che collega i suoi lavori?
<< Dovendo descrivermi come regista , mi vedo come narratore di storie, di formazione teorica, sono vicino a Brecht, ma il mio interesse non è così direttamente politico , quanto sociale . Sono interessato alle relazioni umane, l’amore, in tutte le sue declinazioni , l’ amicizia, le empatie , indago su questi temi cercando di stimolare reazioni emotive e analisi ragionamenti nel pubblico che gli dia modo di continuare a pensare e riflettere sui temi trattati , possibilmente coinvolgendolo emotivamente…quello che desidero
creare è empatia .Il fil rouge è la ricerca di condivisione di emozioni >>
Qual è il suo approccio nel dirigere gli attori? Preferisce lasciarli liberi di esplorare o ha una visione precisa da trasmettere?
<< Nella direzione della compagnia e con gli attori in particolare, l’approccio è il lavoro a tavolino in cui alla lettura si unisce lo sviluppo del progetto che ho in testa , le motivazioni e gli obiettivi, da ciò si passa ad una lettura creativa con gli attori a proporre , cosa che faranno anche durante le prove .Io penso che un attore bravo sia quello che prende le tue indicazioni e le segue, ma preferisco chi faccia proprie i miei suggerimenti e me li rimanda digeriti e riproposti secondo la propria sensibilità e creatività. Alla regia l’ultima parola sulla coerenza alla linea registica >>
Qual è la fase che preferisce di un progetto: la scrittura, la regia o la recitazione? Perché?

<< Sono un regista , attore che a volte scrive, più spesso riscrive per rendere il testo più chiaramente al servizio della propria lettura registica ,Pasolini ricordava in Affabulazione , credo , quanto peso creativo abbiano tutte e tre queste fasi nel teatro .come attore devo lottare con la mia razionalità >>

Quali sono le storie che ama raccontare? C’è un tema ricorrente negli spettacoli che dirige o in cui recita?
<< La mia ricerca spesso indirizzata verso il teatro e gli autori sudamericani ha come obiettivo l’analisi delle relazioni, specie amorose, da punti di vista eccentrici , in tutte le forme e declinazioni, con approfondimento degli aspetti psicologici e spesso psicoanalitici , non che sia una scelta obbligata , ma in
corso d’opera riscontro spesso la presenza di elementi ,per quanto non scientificamente analizzati , della psiche dei personaggi , il tutto condito con la volontà di alleggerire dei momenti , anche nel testo più serio c’è spazio per un sorriso che dà ancora più profondità a momenti drammatici: è la lezione di grandi autori , VIVIANI; PIRANDELLO >>
C’è un progetto a cui è particolarmente legato? Perché?
<< Sono sempre molto concentrato sul nuovo progetto del momento, ma ho un particolare legame con Sigmund e Carlo, il mio spettacolo tratto da un testo di autore cileno, che io ho immaginato e trasformato durante tre mesi e oltre di permanenza in ospedale, dopo un brutto incidente , che mi ha visto in coma
vigile per 15 giorni e poi uscito dalla rianimazione a chiedermi se sarei tornato o meno a camminare e quindi calcare di nuovo le scene . Sono stato e la cosa è tanto faticosa quanto rara , regista e uno dei due attori in scena , ero Carlo Marx , l’altro sigmund Freud…questo spettacolo ha superato le 180 repliche , che per una piccola produzione è tantissimo e mi ha ridato visibilità come attore, e credibilità come regista >>
In che modo il suo lavoro come attore influenza il suo ruolo di regista, e viceversa?
<< Come regista tendo a darmi troppa libertà da attore e ho difficoltà a vedermi , devo chiedere l’aiuto di collaborazioni con persone di cui ho stima e fiducia , come attore, le responsabilità di regia , mi rendono un po’; distratto, insomma è un connubio non facile, anche se almeno devo spiegare meno cose all’attore.
Nel complesso preferisco la regia, che quando opera , mi rende partecipe fino all’ultimo capello del lavoro con una intensità che non sempre mi appartiene da attore >>
Qual è il suo rapporto con la scena teatrale, oggi?
<< Con la scena teatrale ho un rapporto di rispetto, meritato per essere stato con vari ruoli partecipe delle attività di tante compagnie poi assurte a ruoli di grande professionalità. Ho collaborato negli anni come attore o musicista o direttore di scena , con Davide Iodice, Francesco Saponaro, Alfonso Postiglione
Fabio Cocifoglia , Antonio Marfella ,Fortunato Cerlino, Carlo Ceriello Lello Serao e con rispetto ho lavorato con altri più giovani , essendo molto rispettoso delle loro giovani e creative idee, portando il mio contributo di esperienze. Ancora maestri come Roberto De Simone , Franco Però , Giuseppe Bertolucci, Renato
Carpentieri . Mico Galdieri mi hanno formato. Vado spesso a teatro e quando sto bene e non lavoro vedo almeno una trentina di spettacoli l’anno per
capire cosa gira e vado sempre con l’intenzione, non di criticare gli errori, ma di imparare qualcosa dalle idee altrui >>
Come sceglie i progetti a cui lavorare? È una questione di istinto o pianifica in base a obiettivi specifici?
<< La scelta dei progetti deriv  dall’altissimo numero di testi letti su più fonti, dal mio interesse per autori sudamericani e inglesi soprattutto, dalla curiosità che fa scattare una scintilla , nei testi di nuovi autori, specie se fuori dagli schemi dramma –commedia …mi interessano le storie, specie se costruite in modo
da non permetterti di dire la parola fine , prima che davvero sia finita, amo i colpi di scena narrativi . Raramente mi è anche capitato per esempio con NINNA NANNA delle bombe, di decidere di parlare della guerra, che ci è vicina come argomento, come mai nella prima metà della mia vita, ovvero scegliere un
tema , prima di avere un testo .In generale sono un istintivo , devo essere colpito da quanto leggo immaginandone l’effetto in scena >>
Il pubblico è sempre un elemento centrale per un artista. Come immagina o percepisci il suo spettatore ideale?
<< Il pubblico è essenziale e sto scoprendo che una piccola parte di persone nei vari teatri che mi vedono all’opera, aspetta un mio nuovo progetto si è creata una fidelizzazione emotiva ed una familiarità , anche dovuta alle chiacchiere incontro che ormai uso fare a fine spettacolo creando un’abitudine per molti
piccoli spazi off…un ritorno al confronto e scambio di pareri su quanto visto, con il pubblico desideroso di chiarimenti e confronto , tornato ad essere attivo >>
 Come gestisce il rapporto con la critica, sia positiva che negativa?
<< Il mio rapporto con la critica è stato abbastanza fortunato prima degli ultimi 15 anni ero abbastanza ignorato, anche se ho ricevuto per specifiche interpretazioni, per esempio a Museum , qualche critica molto
positiva , vedi Baffi (Repubblica), il Roma e il Mattino mi hanno talvolta citato fuori dal coro con parole di elogio , e così molti giornali online, ma da quando mi occupo più assiduamente di regia ho raccolto diversi articoli entusiastici specie per Sigmund e Carlo e in ambito nazionale . Rispetto la critica onesta, e preparata, c’è solo da imparare, ma sono poco tollerante con chi mostra una
certa ignoranza e pressappochismo, il livello di preparazione giornalistica, ormai più cronaca che critica , risente del generale appiattimento culturale. Rispetto e lo farò sempre, la professionalità, ma la evidente mancanza o in alcuni casi l’interesse personale sono cancri difficili da sopportare >>
In un mondo in cui il digitale sta cambiando il modo di fare arte, come vede il futuro del teatro e del cinema?
<< Per età e interessi, sono un residuato bellico, un boomer, credo si possa usare tutto come strumento, ma lasciarsi sopraffare dalla tecnologia è preoccupante oltre che sbagliato …io stesso per i miei progetti di
videopoesie , uso mezzi digitali, per la musica le immagini… e dove non arrivo con la mia manualità, coinvolgo giovani tecnici artistici ma sono preoccupato per le giovani generazioni , pronte a demandare alla tecnologia anche la fase creativa, e temo per fare un esempio che si leggerà e scriverà ancora di meno, con conseguente disuso della varietà di linguaggio, il lessico si restringerà e così forse il livello della creazione artistica >>
Se potesse collaborare con qualsiasi regista o attore, del presente o del passato, chi sceglierebbe?
<< Sono tantissimi i simboli e le personalità cui fare riferimento, molti li ho conosciuti di persona , ma per essere stato colpito dalla sua poetica nei tre o quattro lavori visti, sceglierei Nekrosius , la sua trilogia shakespeariana , con riferimento ai tre elementi ,fuoco , aria , acqua mi ha notevolmente inciso nell’anima , medie di 5 ore di spettacolo in lingua lituana , perfettamente compresi e vissuti a bocca aperta per la meraviglia ma anche le mie prime esperienze di teatro con Gennaro Vitiello nello storico Teatro nel Garage,
a Torre Del Greco furono esperienze da spalancar orizzonti e desiderare di essere anche un granello di polvere in scena in quelle mise en space >>
La città di Napoli ha in qualche modo influenzato il suo modo di fare arte?
<< Napoli dove ho vissuto pur non avendo qui radici familiari è stata essenziale, per l’atmosfera respirata, per gli incontri , per essere un crogiolo in cui più arti si cuociono e trasformano in cose nuove e a un tempo tradizionali. Non credo che in altri posti, il mio essere musicista, teatrante poeta, avrebbe trovato tanto
spazio e stimoli, altrove avrei dovuto specializzarmi o sparire ,qui ho incontrato voci ed esperienze. Conosciuto gli esordi di Pino Daniele, di Edoardo e Eugenio Bennato ,della Nuova Compagnia, qui conosciuto e lavorato con Massimo Troisi , Roberto De Simone, Renato Carpentieri al suo ritorno dalle esperienze
settentrionali, conosciuto e collaborato con Annibale Ruccello , Isa Danieli , Lucio Beffi, questa città ha informato e formato il mio essere meridionale culturalmente ed emotivamente , figlio della magna Grecia, qui ho conosciuto mia moglie Nunzia Schiano, siamo cresciuti insieme, nella vita e nell’arte, qui nostro figlio Francesco a contatto con tanti stimoli sta formando il suo percorso artistico , anche se adesso vive e lavora a Roma . Insomma a questa città devo tutta la mia carriera ed il mio essere >>

Qual è il suo consiglio per i giovani che desiderano intraprendere una carriera artistica?

<< Mi trovo spesso a rispondere a sollecitazione di allievi , figli di amici , colleghi che mi sollecitano in tal senso..a malincuore sono costretto a dire , a meno che non si sia scelta una formazione ufficiale, accademie, conservatori , non cerco di dissuadere, ma credo giusto descrivere gli ostacoli e le difficoltà
per cui è opportuno trovare delle zone di sicurezza , possibili altri lavori , che magari ti lascino il tempo di crescere e dedicarti anche all’arte senza distruggersi nelle occasioni mancate o impossibili …io insegno in
molti laboratori teatrali, per dare le basi conoscitive del mestiere di teatrante, ma insegno soprattutto a ragionare ed usare l’arte per conoscere se stessi e il mondo da un punto di vista più profondo, creo intellettuali, e Dio sa se ce ne è bisogno, curiosi di sapere , do mezzi per esplorare …ma dico anche
seguite i vostri sogni…ma non inseguiteli…arriva il momento di capire i propri limiti, e magari lasciare che sia l’arte uno sfogo piacevole, ma non un difficile o impossibile lavoro. Di frustrati è già piena la nostra società. In ogni caso persistendo nell’intento il consiglio è uno…studiate , trovate occasioni di mettervi alla prova, non cedete alla tentazione di credere che tutto funzioni con le raccomandazioni…nella vita di tutti, capitano delle occasioni e bisogna farsi trovare pronti e all’altezza. Preparati >>
 Ha dei rituali o delle abitudini particolari prima di andare in scena o iniziare un progetto?
<< Sono un po’ scaramantico, ma non ho particolari rituali, mi piace creare gruppo anche con cene conoscitive, certo il copione che cade sarà sempre battuto sul palco tre volte , non amo il viola…per motivi storici , ma credo che lavorare sull’armonia di intenti sia il migliore viatico e se mi riconosco una qualità è quella di saper scegliere persone che possono lavorare assieme, facendo gruppo, ho sbagliato raramente nella scelta delle persone ,oltre che degli attori. Un mio maestro teorizzava non è necessario volersi bene
per lavorare assieme . Io rispondevo, però se ci si stima e ci si vuol bene si lavora meglio >>
Se potesse definire la sua carriera con una sola parola, quale sarebbe e perché?
<< La mia carriera la definirei poliedrica: (Sono un agronomo, ovvero braccia tolte all’agricoltura) dico per scherzo . sono entrato in teatro come musicista, ho lavorato come fonico, come elettricista , direttore di scena , ATTORE REGISTA Mi sono occupato e mi occupo di didattica teatrale …sono un poeta ( Ho
pubblicato sette libri a testimoniarlo) mi occupo di videopoesia…ed ho realizzato due cd musicali,  insomma sto decidendo cosa farò da Grande >>
Ci saluta con un suo motto?
<< Il mio motto lo ho ereditato dal mio trisnonno omonimo Nicola  e lo ho fatto mio: “Chi mi insegna per un giorno è mio padre per tutta la vita” >>