ROMA – Una indagine della Bankitalia sull’andamento della spesa del Pnrr, diffusa in questi giorni, è particolarmente preziosa. Riguarda, infatti, esclusivamente i 113 miliardi del Pnrr finalizzati alla realizzazione di lavori pubblici. Strutture e infrastrutture costituiscono l’asse portante dell’intervento del Piano di ripresa e resilienza, finalizzato a ridurre le diseguaglianze tra i territori, tra Nord e Sud. Il divario del Mezzogiorno, infatti, si basa e si alimenta soprattutto per l’incredibile e ingiustificabile disparità di cui è stato oggetto storicamente, nella scelta della localizzazione e realizzazione di reti stradali e ferroviarie, di interporti, di edilizia scolastica e universitaria, di asili nido, e chi più ne ha più ne metta.  Uno studio di qualche anno fa, condotto da Ennio Cascetta, mise in luce i danni per l’economia arrecati al Sud dalla sciagurata scelta di bloccare prima a Napoli, poi a Salerno, la realizzazione dell’Alta Velocità ferroviaria, che solo in questi ultimi tempi, proprio grazie al Pnrr, potrebbe essere completata nel resto della Penisola. I dati dell’indagine di Bankitalia, peraltro, inducono a usare per lo meno il condizionale su questo e su altri fronti. Circa l’80% degli interventi per lavori pubblici del Pnrr, pari a un valore di 91 miliardi, devono essere gestiti attraverso gare d’appalto. Ebbene, alla fine di agosto 2024, i bandi censiti sono stati 173 mila, per un importo di 61 miliardi. Un terzo delle opere, per circa 30 miliardi, non è stato ancora messo a gara. Di quelle invece già aggiudicate, per un valore di 32 miliardi, soltanto il 15% ha chiuso i cantieri, con ritardi più marcati per il Sud. Il ritardo c’è, dunque, ed è anche vistoso, anche se, in tema di adempimenti per il Pnrr, l’Italia regge il confronto con altri Paesi, che peraltro hanno ricevuto fondi molto inferiori. Questo problema va risolto, perché il termine ultimo del 2026 si avvicina e non possiamo correre il rischio di dover restituire parte dei soldi stanziati dall’Unione Europea. Il Governo e tutte le istituzioni e amministrazioni pubbliche chiamate in causa facciano tutto quanto è nelle loro possibilità perché si acceleri l’attuazione di opere fondamentali, soprattutto per la riduzione dei gravi ritardi infrastrutturali del Mezzogiorno. Siamo fiduciosi che il senso di responsabilità alla fine prevalga e che, eventualmente anche con una proroga limitata nel tempo, si riesca a completare interventi che sono la premessa per una stagione di rilancio del Sud e dell’Italia intera.