“Approvo relativamente le parole del presidente INGV Gianluca Valensise, che conferma l’inesistenza di un certificato di via libera sismico alla costruzione del ponte sullo stretto. La verità è che non esiste alcun ente approvato che svolge questo tipo di attività. Il governo per questo progetto si sta servendo di esperti di cui non fornisce i nominativi, e nemmeno presenta l’istituzione a cui costoro apparterrebbero”.
Esordisce così ai microfoni di Radio Cusano l’Ing. Antonino Risitano,  Professore ordinario di Costruzione di Macchine, nel suo intervento durante la trasmissione ‘5 Notizie’ condotta da Gianluca Fabi, in merito al possibile rischio sismico per la costruzione del ponte sullo stretto. E spiega “gli addetti ai lavori dovrebbero condurre ricerche approfondite sulla tenuta di una struttura così importante come quella del ponte sullo stretto di Messina, soprattutto sulla sua tenuta nel tempo cosa che, a mio avviso, col progetto attuale non sarà mai una sicurezza. Molti autorevoli esperti hanno già verificato come il tema del rischio sismico per un’opera di questa portata sia un’enorme criticità, sia dal punto di vista del luogo in cui verrebbe eretta che dal punto di vista tecnico della sua costruzione”.
Si sofferma quindi sull’ aspetto tecnico in particolare asserendo che “il problema di quest’opera è proprio il progetto. Al rischio sismico dobbiamo aggiungere il tema della resistenza dei cavi portanti, ossia il cuore pulsante della struttura. Io ho studiato le carte-dichiara- e posso affermare che il progetto contiene errori ammessi finanche dal progettista, che di conseguenza ha chiesto dei cambiamenti al comitato scientifico, quali per esempio di verificare i cavi perché non si riuscivano a fare le prove necessarie su quelli che erano stati montati. Stiamo parlando del sistema di appoggio del ponte stesso, non possiamo non definirlo un problema” sottolinea. “Serviva allora-continua- proporre un cambio del progetto stesso perché se si deve modificare il cuore della struttura vuol dire che il progetto è sbagliato. Mi prendo le mie responsabilità- afferma- ma se la situazione è così critica il progetto è falso e tutto ciò che ne deriva è un progetto che è una truffa”.
L’ingegnere termina l’ intervento reiterando la sua tesi “ci sono dei documenti che anche la CGIL porterà e che sostengono ciò che dico. Il problema è voler raccontare questo come un progetto definitivo, ma al massimo può essere utilizzato come studio preliminare. E’ mai possibile definire tale un progetto su cui lo stesso progettista chiede dei cambiamenti? Io non credo” conclude Risitano.