Progettazione e idee per la coesione territoriale: Anna Lepre, se i piccoli comuni del Sud non sanno fare i bandi intervenga il Governo centrale 

18 febbraio 2023, ultima chiamata. Il bando finalizzato a supportare “progettazione e idee per la coesione territoriale” con una dotazione finanziaria di 160 milioni, scade fra poche settimane. Per gli enti locali del Mezzogiorno, come ha sottolineato il Vicepresidente dell’Anci Roberto Pella, si tratta di un’opportunità da non sprecare. È la sola vera occasione per poter dotarsi di strutture e uomini in grado di partecipare con successo all’emanazione dei successivi bandi Pnrr. Per Anna Lepre, Direttore del Centro Studi Lepre Group, il discorso tuttavia non quadra.

Qual è il motivo della sua perplessità?

È un po’ la faccenda del lenzuolo troppo corto. O ti copri la testa oppure i piedi. Il discorso è semplice: se i Comuni minori del Sud, quelli con meno di trentamila abitanti, hanno difficoltà a predisporre un bando, perché dovrebbero superarle per l’emanazione di un provvedimento diretto a qualificare le loro amministrazioni? Il rischio è che resti un’aspirazione cui non possano dare seguito. Per deficit di competenze e per organici inadeguati.

Il bando per sostenere progetti e idee è rivolto anche a Città metropolitane e province…

Certo. Anzi, in questo caso ad accedervi possono essere soltanto enti del Sud. La terza categoria di beneficiari sono i Comuni minori cui accennavo, che devono avere una popolazione inferiore a trentamila abitanti. Per questo segmento il sostegno si estende anche a Comuni delle aree interne del Nord. I miei dubbi si indirizzano a questi enti minori, non posso pensare che perfino una Città metropolitana non sappia concorrere al sussidio governativo. 

Mentre invece i Comuni hanno già disertato nella prima ‘chiamata’. La scadenza del bando era fissata al 18 agosto scorso…

Ed è stata prorogata di sei mesi. Per la scarsa partecipazione degli enti locali meridionali. Un fatto spiegabile con la minore consistenza sia qualitativa che quantitativa degli organici dei comini del Sud, dovuta anche e soprattutto a ripartizioni territoriali di fondi assolutamente inique.

Il Pnrr, tuttavia, dovrebbe riequilibrare queste situazioni…

Già, ma se la logica degli interventi è questa, il pessimismo è inevitabile. La mia speranza è che il Governo Meloni cambi approccio rispetto a tali colli di bottiglia. Proprio perché per il Mezzogiorno non è possibile sprecare l’opportunità Pnrr, occorre accentrare la realizzazione del Piano, con una applicazione rigorosa del principio di sussidiarietà verticale. Se la periferia non è in grado di assolvere a dei compiti, subentri il livello centrale! 

Non significa svilire le autonomie?

No. Potrebbe anzi essere un modo per creare finalmente le premesse per una loro valorizzazione. Quando anche il Sud avrà personale e strutture degne di questo nome, gli enti territoriali miglioreranno le loro performance. Ma in questa fase di transizione, di cui il Pnrr dovrebbe essere lo strumento principe, facciamoci guidare dal buonsenso e non continuiamo, per favore, a pretendere la botte piena e la moglie ubriaca.