Raffaello Sanzio, uno dei più grandi artisti del Rinascimento italiano e mondiale, ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’arte. Morto giovane, ma già celebre durante la sua vita, Raffaello ha saputo coniugare il talento naturale con una straordinaria capacità di evolversi, tanto da lavorare per il Papa stesso, affermandosi al fianco di giganti come Michelangelo. Sebbene i due artisti avessero caratteri diversi, entrambi nutrivano un profondo rispetto reciproco, ma per orgoglio non lo davano a vedere, soprattutto Michelangelo molto più grande dell’altro.

Quest’anno, le Gallerie d’Italia di Napoli ospitano una delle opere più affascinanti di Raffaello: “La dama col Liocorno”. Il dipinto, proveniente dalle Gallerie Borghese di Roma, sarà esposto dal 27 marzo al 22 giugno 2025, nell’ambito della rassegna “L’ospite illustre”. L’opera sarà collocata nella sala che solitamente ospita il “Martirio di Sant’Orsola” di Caravaggio, che al momento è in prestito alle Gallerie Nazionali d’Arte Antica a Palazzo Barberini (Roma).

Questa mostra rappresenta un’occasione unica per ammirare un capolavoro di Raffaello, la cui fama come ritrattista è nata proprio a Firenze, dove probabilmente dipinse questo dipinto attorno al 1505. Esso ritrae una giovane donna, vestita elegantemente con un abito scollato dalle ampie maniche allacciate, un diadema sulla fronte e una catena d’oro che tiene un vistoso pendente con un rubino e una perla a goccia. Questi dettagli suggeriscono che la donna fosse di nobili origini, probabilmente un’aristocratica.

La peculiarità di questo ritratto è il piccolo unicorno che la dama tiene tra le braccia, simbolo di purezza virginale. Tuttavia, le indagini radiografiche hanno rivelato che, inizialmente, l’animale era un cagnolino, simbolo di fedeltà coniugale. Questo cambiamento potrebbe suggerire che la dama fosse una giovane sposa, anche se la sua identità rimane ancora un mistero. L’inquadratura del dipinto, con la figura della donna a mezza figura, il busto ruotato di tre quarti verso sinistra e il viso rivolto frontalmente all’osservatore, conferisce all’opera un’aura di serenità e grazia.

L’opera di Raffaello non è solo un esempio della sua straordinaria maestria nel ritrarre l’animo umano, ma anche della sua capacità di assorbire influenze e rielaborarle con uno stile unico. L’eleganza e la dolcezza delle sue figure richiamano l’influenza del suo maestro Perugino, ma anche la muscolatura michelangiolesca e la compostezza leonardiana. In effetti, la figura della dama con l’unicorno sembra essere ispirata dalla Gioconda di Leonardo, un’opera che Raffaello probabilmente ebbe modo di vedere personalmente, visto che entrambi si trovavano a Firenze nello stesso periodo. Come altre sue opere, come La Muta o Maddalena Strozzi, anche questo ritratto riporta la dolcezza e la serenità che caratterizzano le figure leonardesche, ma con l’aggiunta della grazia e della fluidità che sono tipiche del suo stile.

Quest’anno, il panorama delle mostre in Italia è particolarmente ricco e interessante, e l’esposizione della Dama col Liocorno alle Gallerie d’Italia di Napoli è sicuramente una delle più attese. Oltre alla bellezza intrinseca del dipinto, l’opera ci invita a riflettere sul mistero che avvolge la sua protagonista, sul legame tra arte e simbolismo, e sull’evoluzione dello stile di Raffaello, che si è imposto come uno dei più grandi maestri del Rinascimento.