Rapporto SRM 2024 “Italian Maritime Economy”: I nuovi scenari competitivi e le trasformazioni strutturali del settore Marittimo dell’Area Euro-Mediterranea
In un mondo dell’imprevedibile come si sta manifestando quello atuale, il Mediterraneo sempre al centro del commercio marittimo mondiale con l’Italia ben posizionata. E’ quanto emerge dall’undicesimo Rapporto Annuale “Italian Maritime Economy” di SRM (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo), sul tema quest’anno: “Le nuove sfide dei porti dell’area euromediterranea. La crisi nel Mar Rosso e le trasformazioni imposte dai modelli green.”
Il volume che analizza nella prima parte le dinamiche congiunturali che interessano il settore e si sofferma sugli impatti generati dalle tensioni nel Mar Rosso su rotte, noli, costo delle materie prime e, più in generale sulla fluidità delle catene logistiche globali con particolare riferimento ai traffici Mediterraneo-Far East e viceversa, oltre ad approfondimenti e casi studio realizzati dai partner nazionali e internazionali dell’Osservatorio sull’Economia dei Trasporti Marittimi e della Logistica di SRM sui temi dell’innovazione, della sostenibilità, e dei nuovi modelli portuali, con focus sui trasporti intermodali, l’ETS-Emission Trading System e la diffusione dell’idrogeno nei porti, è stato presentato da Massimo Deandreis, Direttore Generale SRM, e Alessandro Panaro, Responsabile Maritime & Energy SRM presso le Gallerie d’Italia di Napoli. Ad aprire i lavori un video-messaggio del Presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro seguito dai saluti introduttivi del Presidente di SRM, Paolo Scudieri e dell’Ammiraglio di Squadra della Guardia Costiera, Pietro Giuseppe Vella, Direttore Marittimo della Campania. L’analisi di SRM dell’economia marittima italiana -realizzata anche grazie al contributo del MOST – Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile – rileva che il commercio via mare globale è aumentato del 2,2% nel 2023 raggiungendo 12,3 miliardi di tonnellate e crescerà del 2,4% al 2024 e del 2,6% al 2025 e che la situazione nel Mar Rosso non interrompe il flusso dei trasporti marittimi.
Il consensus sulle stime prevede, inoltre, nonostante i conflitti, una crescita media annua al 2028 dei traffici container del Mediterraneo di poco più del 3% contro il 2,5% della media Mondo con il Mare Nostrum protagonista anche nello Short Sea. In tal senso il traffico marittimo a corto raggio, ha fatto registrare il dato più intenso di sempre a livello europeo nel Mediterraneo con quasi 600 milioni di tonnellate movimentate.
Altrettanto sempre protagonisti i porti e lo shipping italiani con il 28% dell’import/export in valore e il 50% in quantità che utilizza la nave. Il Ro-Ro si attesta eccellenza italiana con una crescita del 56% nel decennio. In questo contesto il Mezzogiorno si conferma area strategica per l’Italia: il 47% del traffico marittimo del Paese passa attraverso i porti delle regioni del sud.
In questo scenario l’utilizzo di carburanti alternativi per lo shipping ha continuato a progredire, con il 6,5% della flotta in navigazione in grado di utilizzare nuovi propellenti meno inquinanti. Percentuale che raggiungerà il 25% al 2030. Il 50,3% di tutti gli ordini a luglio 2024 è relativo a navi che utilizzano combustibili alternativi (nel 2017 questa quota era solo del 10,7%).
Gli studi di SRM – ha affermato Gian Maria Gros-Pietro, Presidente Intesa Sanpaolo – sono ormai un punto di riferimento per gli operatori, anche perché l’economia marittima è un ottimo punto di osservazione per analizzare e comprendere le dinamiche globali.
Intesa Sanpaolo è l’unica banca italiana ad avere un centro studi specializzato su queste tematiche che rivestono grande rilievo per il futuro del nostro Paese e dell’Europa. Ne siamo orgogliosi: ci consente di supportare gli operatori del settore, ma anche di agire con lungimiranza nelle nostre scelte operative. Così come siamo orgogliosi
della decisione di sostenere la ZES Unica per il Mezzogiorno e le Zone Logistiche Semplificate per il Centro-Nord. Per l’insieme di tali Zone, il nostro Gruppo ha destinato un plafond di 10 miliardi, dedicato a finanziare gli investimenti per lo sviluppo del sistema “Industria – porti – logistica.”
“Con questo rapporto – ha detto Massimo Deandreis, Direttore Generale SRM – SRM si conferma protagonista nell’analisi dell’economia marittima, uno dei pilastri su cui si regge l’insieme del sistema produttivo nazionale ed europeo poiché è soprattutto attraverso shipping, portualità e logistica che si muove l’import-export nazionale ed europeo. Inoltre, questo settore guida il processo di transizione energetica. I porti, infatti, stanno sempre più diventando degli Hub energetici, mentre lo shipping con la sfida dei carburanti alternativi e la logistica attraverso l’intermodalità, stanno stimolando gli investimenti “green” nel nostro Paese. Tutto questo ha inoltre una crescente dimensione geopolitica: energia, portualità, logistica, import-export, Suez, crescita di Cina e Asia nel Mediterraneo. Tutti aspetti che toccano rilevanti interessi strategici e costituiscono l’opportunità di affermare il ruolo dell’Italia e del Mezzogiorno al centro del Mediterraneo.”
“Nonostante tutto il Mediterraneo è sempre al centro del commercio marittimo mondiale. L’Italia è ben posizionata, però – ha aggiunto il Direttore Generale SRM, Deandreis – restiamo ancora al 19mo posto nel Logistic performance Index. Significa che abbiamo grandi paesi competitor davanti, che sono anche nostri competitor commerciali e questo ci da l’indicazione che l’Italia nonostante il suo posizionamento deve fare uno sforzo di investimento nelle infrastrutture perché questa differenza è un gap che poi si misura sostanzialmente nei tempi di attesa delle navi nei porti che nel nostro paese sono leggermente più alti della media, ed il tempo è denaro per gli operatori ed il commercio.” L’undicesimo Rapporto Annuale “Italian Maritime Economy” di SRM evidenzia l’importanza degli investimenti in infrastrutture intermodalità e modelli green per crescere: sono necessari investimenti per 80 miliardi di euro per far diventare l’Europa un modello portuale più efficiente e più green.
L’analisi dell’economia del comparto marittimo rileva, altresì, il permanere di tensioni: tra gennaio e giugno 2024 i transiti medi giornalieri di Suez si sono ridotti a 37 passaggi dai 71 dell’anno precedente. A risentirne di più sono state le navi Container (-69% dei passaggi), le Car Carrier (-84%) e le LNG (-93%).
I noli risultano in salita: secondo il Drewry World Container Index (DWCI) il valore del nolo sui container ha superato i 5.100 dollari il 20 giugno 2024; in aumento di oltre il 233% in un anno, mentre proseguono l’Integrazione orizzontale e verticale della logistica: i primi 20 vettori marittimi container al mondo hanno quasi raddoppiato la loro quota di mercato, passando dal 48% 2012 al 91% del 2024. I processi di integrazione verticale (M&A nell’ambito della filiera) hanno visto la realizzazione di 5 miliardi di investimenti nel 2023.