Il presidente dell’UNGDCEC: necessario definire le specializzazioni e avere un quadro più completo delle stesse

 ROMA – “L’Unione Giovani Dottori Commercialisti era ed è favorevole alla riforma di una professione che è cambiata radicalmente. Aggiornare la nostra “carta costituzionale”, essendo trascorsi quasi venti anni dalla sua entrata in vigore, è imprescindibile. Per questo, accogliamo con favore l’attenzione che la proposta di riforma ha dedicato ai giovani colleghi, che dimostra la volontà di coinvolgere le nuove generazioni nella governance della professione. Il fatto che nelle liste di ogni Ordine e del Consiglio Nazionale potranno esserci due under 45, figure in grado di perorare le istanze dei giovani, dando una visione più attuale della professione, è molto positivo e fa seguito alle nostre richieste”. Lo afferma Francesco Cataldi, presidente dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili.

“Ma il lavoro non può fermarsi qui: adesso – sottolinea il presidente UNGDCEC – riteniamo necessario prevedere l’obbligo di preferenza per gli under 45 nelle elezioni degli Ordini territoriali, che garantirebbe realmente la presenza della quota generazionale anche nei vari Consigli territoriali oltre che nel Consiglio Nazionale; previsione che è già presente, correttamente, per la tutela della quota di genere”, sottolinea Cataldi.

Un altro principio cardine dell’UNGDCEC è il ricambio nella governance: “Riteniamo che il limite ai due mandati, consecutivi o non, sia imprescindibile. Non dovrebbe, dal nostro punto di vista, essere possibile ricandidarsi oltre i due mandati, perché viene meno la garanzia di un ricambio che alla lunga è anche e soprattutto di carattere generazionale. Per le stesse ragioni, siamo contrari all’estensione del mandato a 5 anni, perché riteniamo prioritario il ricambio generazionale”.

Altro aspetto “sicuramente migliorabile – spiega Cataldi – riguarda l’introduzione delle specializzazioni: riteniamo eccessivi i requisiti di anzianità proposti (10 anni di iscrizione e 5 di esercizio della specializzazione) e proponiamo invece 5 anni di iscrizione e 3 anni di svolgimento continuativo della specializzazione. Le ore di formazione necessarie, inoltre, dovrebbero essere adeguate alle caratteristiche di ciascuna specializzazione e non fissate a priori. Infine, riteniamo fondamentale coordinare la formazione con le varie iscrizioni, definire la qualifica di professionista specializzato e regolamentare l’accesso diretto agli albi per chi è già iscritto”.