La Consulta Nazionale Antiusura San Giovanni Paolo II esprime dissenso e preoccupazione in merito alla linea intrapresa dal Governo sul settore dell’azzardo: distanziometro quasi annullato, luoghi sensibili ridotti a due, limitata riduzione di sale gioco e scommesse.
“Con la bozza di riforma sul gioco d’azzardo fisico sta perseverando -lancia l’allarme il presidente Luciano Gualzetti della Consulta- sulla linea della diffusione capillare dell’azzardo nel Paese, prevaricando Regioni e Comuni i cui provvedimenti normativi e regolamenti sindacali sono rivolti a ridurre l’impatto degli effetti distorsivi sull’economia e sulla salute dei cittadini sui territori. Come per il gioco on line, anche la riforma del gioco fisico, è strutturata in maniera tale che l’azzardo entri in tutte le famiglie italiane, soprattutto di quelle più disagiate, più povere, più fragili e quindi soggette a intravedere nella scommessa una via d’uscita dalla propria condizione di disagio.
La proposta di riforma attraverso l’introduzione della distinzione tra punti gioco certificati e non, e riducendo i punti sensibili solo alle scuole secondarie di secondo grado e ai SerD, di fatto liberalizza l’insediamento dei punti gioco, si vedranno le sale slot accanto a chiese e oratori. Manderà in fumo il lavoro svolto da molte Regioni e Comuni che, in applicazione delle leggi regionali vigenti, hanno provveduto a chiudere e/o delocalizzare esercizi con gioco d’azzardo. Inoltre, è in netto contrasto con pressoché tutte le sentenze dei tribunali amministrativi, che hanno di fatto riconosciuto la titolarità delle Regioni a legiferare e la correlazione tra aumento di patologie e presenza di punti gioco sui territori.
Infine, introducendo fasce orarie di chiusura differenziate per esercizi certificati e non: certificati nella fascia oraria 5-8.30 e 13-15; non certificati 5-9 e 13-16, salteranno anche i limiti orari previsti dalle ordinanze sindacali. Gli effetti saranno che si continuerà a giocare durante tutta la notte e si aggirerà quanto prevedeva la Corte costituzionale nella sentenza 220/2014, che attribuisce alle ordinanze del sindaco la possibilità di limitare gli orari di apertura delle sale da gioco.
Ormai 1 persona indebitata su 2 incontrata ogni anno dalle Fondazioni ha come causa principale del debito l’azzardo. Se si considera che solamente nel 2023, intorno all’azzardo sono girati 135 miliardi di euro e le previsioni ci dicono che si supererà i 160 miliardi nel 2024. Le persone che soffrono di dipendenza dall’azzardo sono 1.200.000.
La Consulta Nazionale Antiusura si unisce all’appello delle Regioni, dei Comuni e associazioni che quotidianamente operano sui territori, ascoltando la disperazione della gente finita nella trappola disumana dell’azzardo, di ritirare tale proposta di riforma del gioco fisico, in quanto non è rispettosa della dignità e della salute dei cittadini. È necessario rivederla insieme a tutta la normativa vigente sull’azzardo, sulle direttrici di un effettivo riordino che sappia costruire una legislazione:
• trasparente sul fronte degli effetti, ai rischi che produce e sulla sostenibilità sociosanitaria degli effetti negativi che produce sulle persone e – in via diretta o indiretta – sulla finanza pubblica;
• equa riguardo alla disciplina del regime concessorio; tale da non generare disparità di trattamento e conseguenti ingiusti vantaggi in questo ambito
• attenta ai deboli che si faccia carico di limitare gli effetti negativi sia preventivamente, che in termini di presa in carico e cura
• sussidiaria, che sappia riconoscere e attivare le responsabilità dei diversi livelli di governo territoriale (Comuni e Regioni) e dei soggetti sociali.
Segnare un punto di discontinuità con il passato è dunque urgente e necessario dal punto di vista normativo, che si accompagni però a un nuovo patto socio-economico in cui le istituzioni, le imprese e le associazioni trattino l’azzardo per quello che è davvero: un detrimento per la salute dei cittadini, l’erario e l’economia.