Tornano le grandi fiere orafe in presenza, si parte dal 7 al 10 maggio prossimo con l’Expo di Oro Arezzo, una prima grande occasione per la filiera italiana dei preziosi di tornare ad incantare buyers e appassionati da tutto il mondo. Abbiamo giá avuto modo di sottolineare come eventi di settore siano cruciali per la ripartenza di un comparto come quello orafo già pesantemente danneggiato dalla pandemia da covid prima e dalla guerra adesso, ma le criticità restano tante. A sottolineare le falle ci ha pensato CNA Campania con il suo coordinamento di settore guidato dal gemmologo di fama internazionale Romualdo Pettorino: “tornare alle fiere in presenza è funzionale oltre che prezioso, tante per restare in tema, il vero problema però sono le individualità e le varie tradizioni che nel nostro Paese tendono a scollegarsi, mentre altrove fanno rete. Continuiamo a non comprendere- ha poi proseguito il coordinatore degli orafi di CNA Campania – il plusvalore del lavoro di squadra, il nostro orticello continua ad essere inviolabile, nonostante il settore orafo in Italia sia una grande famiglia oltre ad essere la punta di diamante del Made in Italy insieme alla moda”. “La criticità maggiore – ha poi continuato Il rappresentante di Cna – è proprio la mancanza di sinergie che da nord a sud dello stivale costringono le imprese di settore a valutare la sola area geografica di appartenenza individuandone potenzialità e mercato. Questo andazzo, ovviamente – ha poi puntualizzato Pettorino – si ripercuote sulle politiche di sviluppo nazionale del settore, e di conseguenza anche su quello internazionale”. L’imprenditore ha poi concluso: “ maggiori sinergie tra i vari distretti industriali, alla ricerca di una convergenza di filiera reale e propositiva focalizzata al rilancio delle attività di settore su tutto il territorio nazionale, non solo sarebbe la panacea all’attuale stallo, ma significherebbe la costituzione di quell’unione che fa la differenza. Noi di CNA ci battiamo da sempre per questo, perché oggi fare rete è alla base di uno sviluppo lineare e reale delle filiere produttive”.