Il Consiglio dei Ministri Ambiente Ue ha adottato formalmente il primo regolamento relativo al ripristino della #natura. La normativa mira a mettere in atto misure per ripristinare almeno il 20% delle aree terrestri e marittime dell’UE entro il 2030 e tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050.
Fondamentale per il passaggio della legge è stata la decisione della ministra dell’Ambiente austriaca, Leonore Gewesller che ha votato in contraddizione con il partner di coalizione del suo partito, il Partito popolare conservatore al governo (OeVP), che si oppone, e con quanto comunicato dal cancelliere austriaco Karl Nehammer al premier belga De Croo presidente di turno del Consiglio dell’Unione Europea.
In una lettera al premier belga De Croo, il cancelliere austriaco ha comunicato che in base alla procedura del Consiglio UE, la Repubblica d’Austria aveva già comunicato la sua astensione, sottolineando che tale posizione, notificata, era basata su un parere uniforme dei governi regionali (Bundeslander), vincolante per il governo federale ai sensi del diritto costituzionale austriaco.
Secondo Nehammer che aveva promesso che avrebbe fatto ricorso alla Corte di giustizia europea in caso di un voto favorevole da parte della ministra, la ministra Gewessler non avrebbe, pertanto, potuto dare il suo consenso alla Legge sul ripristino della Natura.
Il regolamento dovrebbe essere ora pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’UE per entrare in vigore e diventare  direttamente applicabile in tutti gli Stati membri.
Con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale UE, la normativa UE adottata prevede che gli Stati membri si adoperino per evitare un deterioramento significativo delle aree che hanno raggiunto buone condizioni grazie al restauro e che ospitano gli habitat terrestri e marini elencati nel regolamento.
Partendo dalla considerazione che negli ultimi decenni, l’abbondanza e la diversità degli insetti impollinatori selvatici in Europa sono diminuite drasticamente, per affrontare questo problema, il regolamento introduce requisiti specifici per le misure volte a invertire il declino delle popolazioni di impollinatori entro il 2030.  Altrettanto per le misure specifiche per gli ecosistemi, il regolamento stabilisce requisiti specifici per diversi tipi di ecosistemi, compresi i terreni agricoli, le foreste e gli ecosistemi urbani.
Gli Stati membri sono impegnati ad adottare misure volte a migliorare due di questi tre indicatori: la popolazione di farfalle delle praterie, lo stock di carbonio organico nei terreni minerali coltivati e la quota di terreni agricoli con caratteristiche paesaggistiche ad alta diversità. Anche l’aumento della popolazione di uccelli forestali e la garanzia che non vi siano perdite nette di spazi verdi urbani e di copertura arborea fino alla fine del 2030 sono misure chiave di questa nuova legge.
Gli Stati membri dovranno mettere, altresì, in atto misure volte a ripristinare le torbiere prosciugate e a contribuire a piantare almeno tre miliardi di alberi in più entro il 2030 a livello dell’UE.
Per trasformare almeno 25.000 km di fiumi in fiumi liberi entro il 2030, gli Stati membri adotteranno misure per rimuovere le barriere antropiche alla connettività delle acque di superficie.
Entro il 2033, la Commissione riesaminerà l’applicazione del regolamento e il suo impatto sui settori dell’agricoltura, della pesca e della silvicoltura, nonché i suoi effetti socio-economici più ampi.
Il contesto
Il 22 giugno 2022 la Commissione europea ha proposto una legge sul ripristino della natura, nell’ambito della strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030, che fa parte del Green Deal europeo sulla base che oltre l’80% degli habitat europei risulterebbe in cattive condizioni e che gli sforzi compiuti in passato per proteggere e conservare la natura non siano riuscita a invertire la preoccupante tendenza.
Per questo motivo, per la prima volta in assoluto, il regolamento prevede l’adozione di  misure volte non solo a preservare ma anche a ripristinare la natura. Il regolamento sostiene l’UE a rispettare gli impegni assunti a livello internazionale, in particolare il Quadro globale per la biodiversità di Kunming-Montréal concordato alla Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità del 2022 (COP15).